Non riesco a non pensarci. Quando qualcosa è TROPPO evidente, o è TROPPO confusa, ho l’impressione che la mia pancia prenda una scorciatoia per la mia testa e si sostituisca al cervello, sicché ho bisogno di tempo per decantare. Sto parlando di Virginia Raggi, provo a farlo in modo corretto, specie dopo aver visto come lei abbia fatto a pezzi Mentana, che una volta in più dimostra che coloro che fanno TV non sanno NULLA di giornalismo e che, se sono costretti a fingere di saperlo, si rendono ridicoli. La signora Raggi gli ha dato, con cortesia e fanciullismo sfarfalleggiante, una lezione di vita, di intelligenza, di professionalità. e questioni sono chiare: a) il Grillismo e la sua Sindaca sono in grado di migliorare la situazione di Roma? b) il fatto che siano una manica di banditi bugiardi e smargiassi è rilevante o no? c) esiste un progetto alternativo a loro? d) la campagna mediatica che loro stessi, con la loro antipatia, si sono scatenati contro, è giustificata? Che effetti produce? e) cosa è meglio fare, ora? Raggi si deve dimettere, o deve resistere? A chi giova e perché? Forse vi sorprenderete di quanto dico. Secondo me i Grillini, acquistando esperienza, liberandosi a suon di ceffoni di tutte le scorie di banditismo di cui sono intrisi, possono migliorare Roma. Sono convinto del fatto che l’approvazione velocissima del Bilancio Preventivo sia la prova che oramai su alcune cose i Grillini abbiano imparato come funziona la macchina, ma che in più abbiano un’incoscienza sana e benedetta nei confronti di “ciò che è sempre stato fatto così”. Loro fanno colì, non così. Perché hanno imparato che ogni volta che si adeguano, o ascoltano la voce dei più esperti, si beccano una tranvata negli occhi, perché cadono in tutte le trappole, persino quelle dimenticate ai tempi di Numa Pompilio. Quindi hanno individuato delle priorità e le seguono. Se fosse vero ciò che ha detto Virginia Raggi, ovvero che ci abbiano messo tanto tempo perché hanno finalmente fatto gare d’appalto oneste, direi che valeva la pena aspettare. Quali che siano le priorità che si stanno dando oggi, un anno dopo la marea di minchiate che dissero quando erano più entusiasticamente imbecilli di oggi, queste sono legittime e vanno perseguite. Solo dopo sapremo se erano giuste o no. Il fatto che su alcune cose io non sia d’accordo non vuol dire nulla. Che facciano, finalmente. Secondo punto. Di Maio e Di Battista sono uno spot pubblicitario sulla sconcezza, ma col tempo sono convinto che siano inoffensivi, perché conosco i miei polli. Il PD ammucchia su di loro prove su prove, e se un giorno costoro dovessero oltrepassare non il limite della decenza (quello nemmeno lo vedono) ma divenire attivamente perniciosi per il sistema, li stroncherebbero nell’arco di un weekend. Non so molto, ma ciò che so su Di Maio sarebbe già sufficiente per spararlo su Marte con l’approvazione di Beppe Grillo. Quanto alla Raggi, oramai ne ha accumulate abbastanza per doversi dimettere persino in Beluchistan. Ma non può e non vuole farlo, e va bene a tutti che sia così, “opposizione” compresa. In questo sono tutti uguali. La Raggi non sapeva delle polizze, Di Maio non capiva le email, Scajola non sapeva che gli avessero regalato un appartamento, Berlusconi non sapeva che Ruby fosse una minorenne. Lo disse Frank Zappa 40 anni fa: se tutti sono criminali, nessuno lo è. Oramai è chiaro quanto il M5S assomigli all’Opus Dei, alla camorra e ad altri gruppi religiosi del fondamentalismo religioso che si fa potere politico. Gerarchie rigide e basate sull’ereditarietà, continua umiliazione dei sottoposti, finta democrazia interna, nessuna trasparenza su nulla, richiesta esplicita di atti di fede totali ed acritici, paura nel caso di contravvenire le regole, paura perché le regole non sono mai chiare, e sono ondivaghe (il che rende M5S e camorra diversi da organizzazioni più serie come la Ndrangheta). Questa capricciosità sulle regole è necessaria, dato che Grillo stesso ha capito che all’interno del MoViMento non esiste alcuna lealtà, ma solo lotte tra bande rivali. Quindi il leader deve cambiare continuamente opinione, usare pesi e misure diverse (Pizzarotti versus Raggi), lasciare i militanti nell’orrore di scivolare nell’eresia, così come era nella Chiesa Cristiana della Santa Inquisizione. Ma tutto ciò è un impedimento al governo funzionale di Roma? Non lo so, non credo. Non sono peggio di chi li precedeva, sono solo più antipatici, ma alla fin fine, chi se ne frega. Terzo punto. Non esiste un progetto alternativo. Il PD al potere a Roma, così come il fascismo da bettola di Alemanno, si sono mostrati non solo inefficienti, disonesti, offensivi e bugiardi – ma soprattutto ridicoli. Stabilire se si debba fare o no lo Stadio a Tor di Valle o le Olimpiadi a Roma sono decisioni politiche, ma non sono una linea politica. Quella l’aveva solo Alfio Marchini, e nessuno di noi crede che l’avrebbe mai tramutato in realtà. Quando io stesso, traboccando rabbia, dico che se votassimo di nuovo i Grillini vincerebbero nonostante gli scandali, lo dico perché mi rendo conto del fatto che costoro, spinti dalla pressione mediatica, stiano veramente cercando di fare qualcosa di utile. Il fatto che traffichini come Frongia e Marra siano stati spinti in un angolo, a mio parere, e che Raggi stia imparando velocemente ad essere positivamente stronza (è un complimento sincero, lo giuro), mi fa pensare che a questo punto questa combriccola di paperini pestiferi abbia scelto alcune cose da fare veramente, e che daranno il sangue per farle, rifiutando ogni ritardo causato dalla tentazione della corruzione. Ne va della loro sopravvivenza. Quarto punto. La campagna mediatica contro i Grillini è giustificata, anzi, santa. Sono pericolosi, pazzi, sconsiderati, tronfi, bugiardi, ignoranti, violenti, e credono di rappresentare il Messia. Vengono a dirci che sono tautologicamente i Buoni, e tutti gli altri i Cattivi. Quando loro commettono un delitto la colpa è altrui. Non sanno cosa sia il pragmatismo, credono alle loro stesse panzane, difendono esplicitamente la superiorità della rabbia belluina contro l’intelligenza, della violenza sulla ragionevolezza, della distruzione contro la costruzione. Bisogna dirlo. Bisogna anche dire che ciò che viene concesso agli altri non può essere concesso a loro, perché si sono detti Santi e Martiri, ed invece sono truffatori e ladri di strada. E la campagna mediatica li costringe ad imparare e migliorarsi, almeno loro – Beppe Grillo è convinto da decenni di essere Dio e nemmeno la morte potrà convincerlo del contrario. Morirà dicendo: Finalmente posso dire in faccia a mio padre ciò che penso di lui. Per finire, resta la domanda chiave. Che fare? Mantenere la calma, non grillinizzarsi, aspettare e vedere cosa faranno, E cercare di sviluppare alcune proposte e linee guida per Roma, per poi farne cosa? Non so, l’unica cosa che mi viene in mente sono i Radicali, che però non esistono più se non negli zoo ed hanno anche loro i loro riti, le loro gerarchie religiose, le proprie strategie di difesa del cerchio magico, per quanto piccolo sia. Aggiungo: se mi viene un’idea che mi sembra buona, questo non vuol dire tautologicamente che lo sia, non sono mica Grillino anch’io. Quindi? Quindi Raggi, perbacco. Eliminare un avversario con l’ausilio della magistratura non ne annulla la forza politica, anzi. Sono peraltro certo che nel PD non ci sia poi tanta voglia di votare di nuovo…

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