Quanto sta accadendo intorno alla morte di Pino Daniele mi pare morboso, bugiardo ed estremamente fastidioso. L’oceano di gente che preme per entrare nella camera ardente, i dibattiti sul funerale, i proclami di dolore inestingubile, mi sembrano una messa in scena di una allegra psicosi di massa che (per ora) si ferma sull’orlo del baratro del delirio e dell’aggressività. Pare improvvisamente che per migliaia, magari milioni di persone, Pino Daniele sia stato “tutto”. Impossibile crederlo. Saranno andati ai concerti, avranno comprato i dischi, avranno imparato a memoria le canzoni. Verseranno ora qualche lacrime giustificabile, privata. Ma trasformare questa cosa in una catarsi collettiva non corrisponde all’amore vero o presunto per il musicista. Mi vengono in mente le immagini della montagna di candele e biglietti e pupazzetti alla morte di Lady Diana Spencer. Mi sembra che di tanto in tanto, con una sapiente montatura dei media, per un’occasione particolare alla gente venga offerta la possibilità di sbroccare gratis, in modo accettato socialmente. Morboso, bugiardo ed estremamente fastidioso. Mi chiedo cosa accadrà il giorno che Francesco Totti giocherà la sua ultima partita di calcio.

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