E, come in un miracolo, improvvisamente si scopre che ci sono migliaia e migliaia di Europei, dalla Svezia all’Italia, che sono stati zitti mentre Salvini gridava. Che sono saliti in auto e sono andati a ricevere i profughi che venivano dall’Est, addirittura sono andati a prenderli in macchina in Ungheria, sfidando la polizia locale. Il capo del governo finlandese ha messo a disposizione casa sua, si é trasferito con la famiglia in un appartamento presso il Palazzo del Governo. Guardo commosso le immagini delle TV europee, gli occhi gonfi ascoltando persone che commentano dicendo “70 anni fa scappavamo noi, non possiamo stare a guardare solo perché siamo ricchi”. Grazie, l’umanità esiste ancora. Ma questa non è la soluzione, è l’ennesimo giro di valzer. A causa del bimbo morto e della posizione di Angela Merkel, ora i Siriani sono stati eletti a compaesani, ma coloro che vengono dall’Africa sub-sahariana restano per molti di noi nemici pericolosi. E l’Unione Europea continua a far finta di cercare una soluzione comune, quando in realtà ognuno fa come crede, come può, come gli conviene, come gli permette il suo consenso elettorale. Allora penso che tra poche ore torneremo a vedere sangue. A Lesbo, la Polizia greca, stanca ed esasperata, spara con i lacrimogeni. Il fatto che migliaia, forse milioni di cittadini è disposta ad accogliere i migranti, non significa nulla. Il pragmatismo della barbarie non conosce ripensamenti. Avete sentito Matteo Renzi e Matteo Salvini, oggi? Nessuno di loro cerca una soluzione. Gridano ancora, gridano sempre. E prima o poi, da qualche parte, un ragazzo di 20 anni in divisa perderà il controllo ed inizierà a sparare.

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