In una risposta ad un mio post, Kelly Carnemolla ha scritto: “Altra cosa però è fare una critica legittima al multiculturalismo che è fallito in Europa (e su questo fallimento non c’è dubbio alcuno, perché alcuni gruppi non hanno alcuna voglia di integrarsi e adeguarsi alle regole e ai valori della cultura occidentale, che sono, appunto, quelli della difesa dei diritti umani), chiedere la chiusura dei confini (spendiamo montagne di denaro per la Difesa, e ho invece l’impressione che l’Italia sia l’unica nazione al mondo a investire tale denaro non per difendere il Paese ma per farlo invadere da chiunque), e chiedere il rispetto della legalità. Tutto questo rientra proprio in quei diritti umani che i cosiddetti “progressisti” cercano di censurare e negare agli italiani e agli occidentali in genere”. Questo nuovo post intende confutare, dialetticamente e con vera cortesia, quanto contenuto in queste frasi. Primo. Il multiculturalismo in Europa è un modello di incredibile successo. Ancora settanta anni fa ci prendevamo a fucilate gli uni con gli altri, e non c’era nessuno che fosse più tenero o civile degli altri. Oggi siamo alleati. All’Est esistono ancora situazioni disumane come la crisi dell’Ucraina, quella della ex Jugoslavia, e potrei andare avanti, la lista è lunga. Ancora negli anni 50, il Belgio comprò (sic) decine di migliaia di italiani, come fossero vacche, perché andassero a morire nelle loro miniere – e li odiavano. Mezzo secolo dopo, il figlio di uno di quei minatori è stato eletto Primo Ministro del Belgio. Settanta anni fa il governo tedesco decise lo sterminio dell’intera popolazione ebraica, e la tentò con un immenso programma di eugenetica. Questo programma disumano, proseguito segretamente in Svezia fino alla fine degli anni 60, oggi (per esempio con la Legge mancino) è impossibile, da Lisbona ad Helsinki, dalle Orcadi a Pantelleria. Dopodiché abbiamo faide tra famiglie e problemi di campanilismo, ovunque. Oggi, persino tra Roma Nord e Roma Sud esiste una cortina di ferro – ma in un ambito chiaramente multiculturale. In Europa abbiamo letto gli stessi libri, visto gli stessi film, ascoltato la stessa musica, condiviso o combattuto le stesse idee politiche. Esiste un problema con l’Islam, non con il multiculturalismo. Un problema sostenuto politicamente da partiti populistici e fondamentalisti (come la Fratellanza Islamica e la Lega). Questo non vuol dire che il problema non esista, ma che è un sostrato esistente su cui alcuni partiti investono per raggiungere il potere. Da questi partiti la civiltà DEVE difendersi. Non dal multiculturalismo. Chiedere la chiusura dei confini è impossibile. Gli attentatori delle Torri Gemelle non erano su un barcone, ma hanno viaggiato e vissuto con tutti i lussi possibili. Chi prepara un attentato riceve (per mesi o forse per anni) soldi, tanti soldi, da qualche organizzazione – non attraversa il Mediterraneo su un gommone sgonfio. Si può militarmente impedire che i clandestini arrivino per mare, bloccandoli con la violenza prima che partano, bloccandoli con la violenza durante il viaggio, rimandandoli a casa una volta che sono arrivati – con più o meno violenza. Dopodiché esiste un problema di flussi migratori che non riusciamo a gestire. Il problema VERO dell’Italia è che mentre gli altri Paesi UE decidono su ciascun richiedente l’asilo (nel peggiore dei casi) in un mese, in Italia migliaia di persone bighellonano da oltre cinque anni, e le forze di Polizie non sono in grado di contenerle. Quindi questo è il problema, non i gommoni. Quanto all’aiutarli “a casa loro”, sono d’accordo. Bisogna proibire gli espropri di massa per le terre in cui Monsanto, Syngenta e compagnia cantante creano le sementi che usiamo noi, allevano la carne che mangiamo noi, sfrutta le risorse minerali che bruciamo noi. Dopodiché bisogna alzare i prezzi dei prodotti agricoli fino al punto in cui il caporalato non sia il mezzo fondamentale per far sopravvivere un’azienda. Questo vuol dire, secondo uno studio della ONG inglese Global Witness, che i prezzi al consumo della verdura e della carne dovrebbero crescere del 65%. Subito. E tanti Africani resteranno a casa. Dopodiché bisogna proibire di usare i soldi destinati agli aiuti allo sviluppo per pagare aziende europee che fanno affari in Africa (nell’edilizia, nel farmaceutico, nel petrolchimico, nell’agricoltura, in tutti i settori, nessuno escluso). Kelly Carnemolla sostiene che in Italia (ed in Europa) vengano lesi i diritti umani dei nativi, perché vengono investiti soldi per salvare la vita a degli stranieri. Questi diritti sono sei: dignità, libertà, uguaglianza, solidarietà, cittadinanza e giustizia. Vediamo: oggi l’Italia non difende la dignità di nessuno, e se andaste a vedere i campi di concentramento in cui vengono raccolti gli asilanti non credo che vorreste viverci. Ma l’Italia non difende nemmeno la dignità degli italiani – ma non per colpa dei progressisti, quanto per l’incapacità strutturale a farlo, perché esiste un “peccato originale”, ovvero il patto consociativo stipulato da PCI e DC nel 1948, che fu una scelta presa perché sembrava il male minore. Quanto alla libertà, quella di ciascuno finisce dove inizia quella degli altri. Non in Italia, dove esiste una sostanziale impunità generalizzata, specie se si appartiene ad un ceto sociale privilegiato. Ma nessuno vuole che questo cambi, ognuno di noi gode delle puttanate che può commettere senza che accada nulla, e gode quando possiamo umiliare il nostro prossimo, perché siamo frustrati, perduti, insicuri, e far male al prossimo ci aiuta. In questo non c’è alcune differenza tra un immigrato ed un barista o un tassinaro o un disoccupato. Quanto all’uguaglianza, nessuno sa più cosa voglia dire, proprio perché non funziona più l’ascensore sociale e non funziona più la giustizia – e certamente gli immigrati sono meno uguali, perché il vero controllo sul territorio, oggi, lo ha la criminalità organizzata, che i partiti (tutti) sostengono e con cui stringono patti. Tutti, non solo i nigeriani nascosti nei vicoli. Che non hanno cittadinanza, perché rimandandoli “a casa” li si condanna a morte, e lo sappiamo tutti. Eppure dobbiamo respingerne una certa quota – ma non in Libia: a casa, anche se costa di più. Abbiamo dimenticato, in meno di una generazione, come siamo stati trattati noi italiani in America ed in Oceania, e siamo ancora più duri di quelli che umiliarono e torturarono i nostri nonni. Nessuno conosce le parole di Nelson Mandela, quando impose il perdono ai bianchi e l’integrazione per il Sudafrica. Vorrei vendicarmi, ma vorrei ancora di più che io ed i miei figli possiamo vivere in pace e prosperità. Facendo pace e rinunciando alle faide. Ho scritto molto, ma ho cercato di essere il più conciso possibile. Lega e M5S affrontano problemi veri proponendo non soluzioni (non sono in grado) ma vendette. Alla jihad vogliono contrapporre non la civiltà, ma la Santa Inquisizione. La mia opinione: la volete facile, non avete voglia di capire, siete pigri, e ci porterete ad un disastro senza precedenti.

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