Oggi giornata febbrile. Sulla questione del figlio di Riina in TV il mio amico Paolo Mondani scrive queste righe che condivido: “Penso che un buon giornalista dentro un network, a maggior ragione se pubblico, debba poter intervistare chiunque. Riina figlio, Riina padre, Carminati, Abu Bakr al-Baghdadi, ecc. Perché bisogna misurarsi con il male se lo si vuole combattere, perché sono passati i tempi nei quali la censura serviva in TV il piatto avvelenato di un mondo senza spessori. Il punto è che, per rispetto nei confronti del pubblico meno informato e per rispetto delle vittime, occorre ricostruire minuziosamente contesti e storie, e intervistarli per davvero i cattivi. E domande dure, senza sconti, al figlio di Riina dovevano essere fatte. Mentre Vespa ci ha mostrato come non si fa giornalismo. I cattivi con lui riescono sempre a vincere”. Mi chiedo. Ma Bruno Vespa fà del giornalismo o dell’entertainment? Certamente, specularmente a Michele Santoro ed altri che per ignoranza, tedio e dispregio non seguo, Bruno Vespa presenta una realtà vista da un punto di vista politicamente preciso. Intendo dire politicamente, quindi lontano dai partiti, che di politica ne fanno raramente. Nel mondo visto da Bruno Vespa il figlio di Riina, come lo scemo del Grande Fratello, la collezione degli ultimi venti compagni di letto di Belen Rodriguez e Bobo Vieri, la velina sciocchina della trasmissioncina sull’amarcord della canzoncina, Fabio Volo, la Madonna che ha avuto una visione di Lino Banfi a Lourdes e l’inventore della cotoletta di lombrico moscio sono alla pari. Se quello di Bruno Vespa è giornalismo, allora anche Sanremo e Simona Ventura abbandonata sono giornalismo – ed invece si tratta di intrattenimento che sdogana alcuni comportamenti antisociali, illegali o per lo meno osceni come possibili e soprattutto degni di successo. Vespa ottiene un risultato clamoroso: la RAI decide di reintrodurre la censura sui programmi con una sorta di commissione che vigila sui contenuti. E secondo voi chi verrà bloccato da quella commissione? Salvini che straparla? Brunetta che insulta? Sgarbi che vomita? Santoro che finge di fare l’amico della verità e poi sgargarozza una delle trasmissioni più violente, antidemocratiche, travagliose e fasciste che io abbia mai visto? Temo invece che Paolo Mondani e Milena Gabanelli rischino molto di più, e che gli spazi del giornalismo vero verranno ulteriormente ridotti. Senza voler santificare “Report”. Anche il migliore dei giornalisti, a volte, sbaglia. Ma rischia. Bruno Vespa non rischia mai, specie quando fa finta di fare una cosa proibita che gli è stata già sicuramente avallata.

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