Ho appena letto il commento di Angelo Panebianco su “Il Corriere della Sera” e vorrei dire a quel proposito un paio di cosette. Panebianco dice che la crisi interna alla struttura periferica del PD è legata al fatto che Renzi, come Berlusconi, sta lavorando ad una formazione post-partitica, nella quale la raccolta del consenso dalle sezioni, partendo dalla base e proseguendo verso l’alto, non ha più senso. Per questo motivo coloro che, nella DC e nel PCI, aderirono al PD con il sogno di divenire forza di governo, ma con in testa ancora il vecchio modo di fare politica, si sentono truffati. Mi sembra che questa opinione sia corretta, ma che manchi completamente il focus della questione. Il fatto che i partiti cosiddetti “ideologici”, a destra come a sinistra, abbiano cessato di esistere, non è una moda. Quei partiti sono esistiti fin quando esistevano tre condizioni: a) fosse possibile immaginare una direzione diversissima di gestione dellla cosa pubblica a seconda di chi vincesse le elezioni; b) esistesse un consenso diffuso sull’esistenza dello Stato; c) esistesse una speranza concreta di miglioramento della vita e la sensazione che almeno uno, tra i contendenti nell’agone politico, dicesse la verità – non per atto di fede, come si fa oggi, ma a ragion veduta. Queste tre condizioni, a loro volta, hanno bisogno di un sistema capitalistico funzionante. Vi ricordo che considero il socialismo reale una forma nemmeno tanto distorta del capitalismo liberista, semplicemente una forma di dittatura protocapitalistica in cui il cittadino venga vessato psicologicamente prima ancora che fisicamente, ma pur sempre nell’ambito della conquista del plusvalore.Il sistema funzionante ha bisogno di una “stabilità instabile” (ovvero guerre alle periferie, ma pace almeno apparente al centro), ed uno Stato di concezione bismarckiana ancora integro – tutte condizioni che non esistono più. Sincreticamente, non è vero che l’Italia sia un’espressione geografica, o che non esista. L’Italia è una rappresentazione filosofica di un modo di essere, di battersi contro lo Stato (generalmente col bofonchio e la resistenza passiva), di immaginarsi come membro di un Occidente che è ancora più aleatorio. Un abitante medio delle periferie romane che grida la propria superiorità culturale e razziale nei confronti di un ragazzo scappato dall’Eritrea sarebbe buffa e paradossale (dato che è vero l’esatto contrario) se ciò non fosse la giustificazione dell’introduzione della violenza nella quotidianità al centro del sistema. Chi si é drogato per anni con le fanfaluche della geopolitica, e quindi magari crede anche fideisticamente nell’esistenza di un capitalismo che funziona, nella difesa della privacy, nelle scie chimiche e nella lotta contro il grano saraceno, leggerà queste mie righe e non ne capirà nulla. Perché chi crede nel capitalismo e negli Stati nazionali ha veramente solo una fede senza più nessun sostrato: e la Chiesa è una sola, indivisibile, tutto il resto è apostasia. Non può e non deve esistere differenza tra Renzi, Berlusconi, Salvini e Grillo. “Ognuno suona come vuole, ma tutti suonano come vuole la libertà”, cantava Giorgio Gaber 40 anni fa, rabbrividendo di fronte all’orrore dell’esistenza degli USA. Oggi siamo uguali. Crediamo a cose che non funzionano, ci aspettiamo che qualcuno le faccia funzionare, crediamo alle loro sciocchezze quando ci dicono che non funzionano perché non abbiamo ancora eliminato il nemico, l’ultimo, che ne impedisce il successo. Siamo agli albori, quindi, di un nuovo nazionalsocialismo generalizzato, o a una Inquisizione medievale? “La seconda che hai detto”, penserei. I nazisti (e sono in grande crescita, lo vediamo tutti) sono vecchi, ideologici, pesanti. Da Salvini a Grillo, da Casa Pound a Mafia Capitale, costoro usano i dogmi e le frasi dell’ideologia per giustificare la loro rozza e cieca violenza e per far passare il principio orwelliano secondo cui chi sa e capisce troppo vada eliminato fisicamente. L’Inquisizione medievale della Chiesa capitalista, invece, funziona meglio. Dice che il soldo è più importante di tutto, ed in nome di questo Dio porta la gente in strada a picchiare i poliziotti che arrestano criminali pericolosi. Credo quindi che Panebianco non abbia capito la questione fondamentale. Oggi,sia la politica, sia l’economia, funzionano solo in assenza del genere umano. E quindi lo sterminano.

Lascia un commento