Lo giuro. Stavolta non volevo scrivere, perché mi annoio io a farlo, pensate voi a leggerlo. Ma poi, dopo tre giorni a San Marino… in mia assenza la struttura è stata completamente politicizzata. Fallito l’aeroporto di Rimini, ora qui vengono solo turisti nordcoreani intermediati dal Senatore Razzi. Comunistoni, insomma. La prova? Ovunque ci sono locandine che pubblicizzano i piatti del giorno ed i loro prezzi. Abbastanza costosi, tranne nel caso che si faccia la dieta staliniana – ed il secondo bambino, scrive la direzione, è gratis. Tra gli ospiti c’è una razza nuovissima, che non avevo mai visto prima: i Renziani, divisi nelle sottoclassi di Renzologi (che spiegano Matteo), Renzopati (che soffrono con Matteo), Renzallupati (che sognano le asperità genitali di Matteo), Renzomogi (che temono che i gufi vinceranno su Matteo), Renzocrati (che fanno carriera grazie a Matteo), Renzolesi (che hanno perso il lavoro per Matteo), Renzufoli (che fischiano al ritmo dei testi di Matteo), i Renzofori (che corrono com Matteo) e i Renzopitechi (che si muovono come Matteo). ma quelli che mi infastidiscono di più sono i Renzogradi – quelli che parlano come Matteo. Una di loro, una signora muscolosa e serracchiante di circa 60 anni, che di mestiere fa la “mind pusher” in una “brain structure” di un “behaviour manager” di una “social ground growth unit” – ovvero fa l’ispettrice spaccapalle a capo di una truppa di stradini infoiati – parla solo di “criticità” che hanno “jeopardized” la misura del “teamwork” nell’applicazione della “social identity” (ovvero di fancazzismo). Scrive libri sull’argomento ed ha la voce monotona e serena della robotessa di nuova generazione dopo aver sesseggiato selvaggiamente con Matteo per 3 milioni di nanosecondi al ritmo di una lampadina psiconeutronica. Io perdo peso, ma stavolta soffro davvero. Voglio uccidere.

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