Tanto tuonò che piovve. Alla fine il M5S ha fatto l’accordo con Berlusconi. Ora Giggino può raccontare qualunque minchiata ai suoi, ma il fatto storico rimane. Il Grillismo, nato come rivolta anacerebrale contro Berlusconi, finisce in un’alleanza di governo con lui, che oltretutto è l’editore dei libri di Di Battista che asseriscono che Silvio sia il Male Assoluto. Un governo che cadrà, ignominiosamente, se non sarà in grado di evitare l’aumento dell’IVA al 25% in autunno. Se vuole evitarlo, Grillini e Salvini devono difendere con i denti la riforma Fornero ed il Job’s Act, rinunciare al reddito di cittadinanza, e lasciare che Silvio, che è l’unico che all’estero venga preso sul serio, risolva le grane vere: Alitalia, Telecom, Leonardo-Finmeccanica, contratti con la Russia sull’energia, indipendenza dal dollaro – non dall’Euro, Libia, Medio Oriente, Nigeria, Congo ed Angola, Ucraina, deriva neonazista nell’Est europeo, imposizione delle regole ambientali ai nostri partner commerciali, investimento sul manifatturiero, riforma del turismo e dell’agricoltura. Tutte cose che il PD non farebbe mai, per incapacità e per i legami antitaliani di Renzi e Calenda. Sinceramente, avere la dimostrazione che il M5S sia il più grande partito-mignotta della storia repubblicana, non mi basta. Lo sapevo già. Ora ci vuole un governo di centro-destra che faccia le cose necessarie per aiutare il Paese.

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