La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo è stata promulgata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre del 1948. Secondo l’articolo 1 di questa carta, vincolante per le leggi di tutti i Paesi (Italia compresa), “tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”. Ed aggiunge, all’articolo 2: “senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione”. Ogni Stato si impegna a “garantirne, mediante misure progressive di carattere nazionale e internazionale, l’universale ed effettivo riconoscimento e rispetto tanto fra i popoli degli stessi Stati membri, quanto fra quelli dei territori sottoposti alla loro giurisdizione”. Sulla base di questa carta, quando ci si accorse che non bastava, venne stipulata una “Convenzione internazionale sulla eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale”, firmata a New York il 7 marzo 1966 e convertita in legge dello Stato italiano il 13 ottobre 1975. Questa recita: “l’espressione «discriminazione razziale» sta ad indicare ogni distinzione, esclusione, restrizione o preferenza basata sulla razza, il colore, l’ascendenza o l’origine nazionale o etnica, che abbia lo scopo o l’effetto di distruggere o di compromettere il riconoscimento, il godimento o l’esercizio, in condizioni di parità, dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali in campo politico, economico, sociale e culturale o in ogni altro settore della vita pubblica”. La cosiddetta Legge Mancino del 25 giugno 1993 è l’adeguamento italiano a questa convenzione, e punisce “chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”, come anche chi “incita a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”. Tutto il dibattito degli ultimi giorni, scatenato dal Leghista Fontana, sulla necessità di abrogare la Legge Mancino, è un esempio di ciò che più odio al mondo. Un’orda scatenata di gente che non sa di cosa parla che sostiene delle tesi “fuori tema” che mettono in pericolo una colonna portante del nostro ordinamento giuridico, il cui obiettivo primo è, come forse sapete, che la legge sia uguale per tutti. L’obiettivo palese di questa campagna leghista è negare agli stranieri i diritti della Carta Universale dei Diritti dell’Uomo, cancellando la legge che li garantisce. Non c’entra nulla la libertà di opinione. Nulla. Chi lo afferma è in malafede, o è uno sprovveduto. Se io incito all’odio razziale, come sta facendo il governo di questo Paese da alcuni mesi, non sto esprimendo un’opinione, ma violando la Carta Universale dei Diritti dell’Uomo. Che difende anche la libertà di espressione, ma purché non insulti, limiti o discrimini altre persone. Se noi accettiamo che un immigrato sia un “non-uomo”, apriamo la porta al fatto che, dopo di lui, altre categorie possano essere dichiarate tali, e comunque portiamo l’Italia al livello delle più sanguinose dittature africane ed asiatiche degli ultimi 100 anni, che non firmarono questa Carta. In questo dibattito ho visto davvero di tutto, con la stessa serietà con cui si discute se Daniele de Rossi debba giocare in nazionale o meno. L’esempio più assurdo: sostenere che la religione cristiana sia responsabile di massacri è vero, ma – se vogliamo essere fiscali – ciò era prima del 1948. Da allora il Vaticano si è impegnato a far rispettare quei Diritti, e non esiste alcun segno del contrario. Quindi non si può giustificare l’odio razziale con le mostruosità commesse dalla Chiesa nel Medioevo. La domanda vera è: volete l’abrogazione della Legge Mancino e quindi della Convenzione internazionale sulla eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale e della Carta Universale dei Diritti dell’Uomo? Volete davvero questo? Se lo volete non siete né liberali, né libertari, né intellettuali, né modernisti. Siete delle Bestie.

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