Solo ora si iniziano a vedere gli effetti della nuova legge elettorale, perché viene applicata, Prima di tutto, la legge vieta al cittadino di votare ciò che vuole. Se io volessi votare PD a Bologna, sarei costretto a votare Casini. Ma anche se io volessi votare +Europa, sarei costretto a votare altro. In questo modo, i dirigenti dei partiti, che sono oramai TUTTI aziende, alcune trasparenti, altre meno, cercano di garantire la propria dirigenza, candidandola in collegi considerati sicuri. Con il proporzionale, invece, questo non accadeva. Andreotti si candidava a Roma, e vinceva, anche perché si alleava con Sbardella ed altri, che portavano migliaia di voti e che, dietro Andreotti, entravano in Parlamento. Oggi no, ai portatori di voti si chiede di portarli senza ottenere alcun vantaggio, nella maggior parte dei casi – e non è detto che questo sia un male. Il risultato è che le organizzazioni locali dei partiti, già moribonde e destituite di qualsiasi rilevanza, vengono quest’anno spazzate via. Non ha senso, essendo friulano, di far politica a Gorizia. O vado a Roma e mi impongo lì, o tanto vale che faccio una lista civica contro i partiti che, in condizioni normali, mi sentirei di votare. In questo modo, la superiorità endemica della proposta del M5S è imbattibile, e probabilmente a ragione. Almeno si tratta di gente del territorio. Detta così, parrebbe che i partiti siano divenuti un’immensa organizzazione filosofica, promotori di opinione, che vanno votati in quanto tali, prescindendo dai nomi dei candidati. Il PD, che ha preparato le liste in ossequio al principio del renzismo fondamentalista, ha fatto così – e non è detto che sia sbagliato, in sé. Il problema è che il cittadino, anche se legge in rete i programmi scritti sulle pagine web, non sa e non capisce quale sia, questa opinione. Soprattutto i Grillini, sono pro e contro tutto, in una raffazzonata confusione dovuta non a pareri plurimi e dibattiti democratici interni, ma all’assenza di contenuti solidificati e di tradizione democratica. La fedeltà non è all’idea, ma al padrino. Ovunque, persino in liste minori come quella di Grasso e Tabacci. Tutti ci chiedono di mandare in Parlamento Tizio e Caio, di modo che costui faccia ciò che l’ispirazione, senza alcun pensiero a lungo termine, gli consigli di attimo in attimo – sempre seguendo gli interessi economici delle aziende che controllano i partiti stessi. Il M5S appartiene alla Casaleggio ed è sponsorizzato da Grillo; il PD non si sa; +Europa dal miliardario George Soros; Fratelli d’Italia da un diffuso e benestante elettorato fascista, la Lega Nord si sostiene con truffe finanziarie (come probabilmente anche il PD), Forza Italia è finanziata da Berlusconi ed alcuni suoi facoltosi amici. Non provate a dire che anche il PCI decideva in questo modo, perché è una bugia grande come una casa. PCI e DC erano movimenti che tendevano a centellinare gli equilibri più delicati, i partiti di oggi hanno dirigenze che portano la scure nella cintola e non esitano a farne uso. La vera trasparenza, oggi, sarebbe semplice: come in ogni assemblea degli azionisti, ognuno vale per il percento che controlla, ed a votare è solo il presidente del consiglio d’amministrazione, che poi impiega degli scribacchini per preparare i documenti necessari per riscrivere leggi, decreti e quant’altro. In Italia, insomma, si cerca di trasformare una democrazia fallimentare in una tecnocrazia del mandolino, senza le asprezze di Svizzera, Cina Vietnam, Singapore e Turchia – ma anche senza le loro efficienze. Che fare? Nulla, votare ad minchiam oggi ed aspettare settembre, quando si voterà sul serio e magari sarà stata apportata qualche correzione al sistema di consustanziazione del potere. Dopodiché vi segnalo una pagina web chiamata “Mollo Tutto” (http://nuke.mollotutto.com/), è meravigliosa e salvifica.

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