Non solo dopo l’intervista concessa da Zingaretti al Corriere della Sera, si ha l’impressione, specie dopo le dichiarazioni di Fico sulla vocazione italiana all’accoglienza, che il Movimento Cinque Stelle stia sul punto di esplodere. Cosa vuol dire? Prima di tutto si sta facendo evidente il fatto che il M5S, che unisce tutto ed il contrario di tutto, ha una parte degli elettori che non è contenta dell’alleanza con la Lega, con l’uso muscolare del ministero di Matteo Salvini, e comincia a capire che il reddito di cittadinanza non si farà. La Corte dei Conti annuncia che sarà necessaria una manovra correttiva di 9 miliardi in autunno; oggi gas e luce sono cresciute in modo doloroso, e la misura lanciata dal ministro Giulia Bongiorno (di far controllare elettronicamente i dipendenti pubblici che fregano sul cartellino) è stata accolta da un’ondata di avversione totale: i Grillini, come sempre gli Italiani, vogliono che chi sbaglia paghi, purché i propri sbagli vengano considerati accettabili ed a pagare sia qualcun altro. Quindi, in seconda istanza, la base Grillina il cambiamento non lo vuole, se questo significa cambiare i propri comportamenti. In terza istanza, visto che Salvini cerca di reinstaurare il confitto ideologico, ecco che i dipendenti del M5S scoprono di credere in cose completamente diverse gli uni dagli altri – e questo è bene. Non solo. Ora esploderanno altre balle. Virginia Raggi, per esempio, racconta da anni la sciocchezza di non poter risolvere i problemi di Roma perché il governo nazionale non vuole dialogare con lei. Ebbene, il nuovo governo costei la vede come il fumo negli occhi, perché Di Maio deve cercare di commettere il minor numero possibile di errori e sconcezze. E Raggi, oramai, è il monumento alla sconcezza. Ma aspettiamo ancora. Finora la Lega non ha fatto nulla, solo sbraitato. Aspettiamo i momenti in cui bisognerà fare qualcosa, visto che il DEF è stato fatto in tale continuità con il governo Gentiloni – il che è un segnale di intelligenza. Se non fosse per gli strilli di Salvini, questo governo sembra la continuazione del progetto Renzi con altri mezzi. Nessun ritocco della Legge Fornero, del Job’s Act, della Buona Scuola, dell’approccio di Minniti. Aspettiamo.

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