Due anni fa raccontai, sconvolto e disgustato, dell’anziana signora di una piccola città della Germania settentrionale, in cui i neonazisti avevano messo a ferro e fuoco le vie del centro a caccia di stranieri e, non trovandone, avevano preso a sprangate tedeschi con i capelli lunghi, e poi mamme urlanti. La signora disse: preferisco essere pestata da ragazzi di qui, che conosco, e di cui conosco i genitori, piuttosto che vedere negri che girano liberi per strada, e che non so cosa mai mi possano fare. Ho pensato che per gli abitanti di quella zona non esiste soluzione, che si tratta di quei bacini da cui, secondo la Cancelliera, escono coloro che vorrebbero combattere in guerra, che anelano ad una nuova carneficina. Ora, in Italia, i fatti di Pisa e Macerata, ma soprattutto la risposta mediatica e politica a questi fatti. A partire da Matteo Salvini, tutti fanno a gara a comprendere e giustificare i “poveri” assassini, vittime delle circostanze. Anche da noi, sembra, piuttosto che reintrodurre criteri di certezza della legalità, si preferisce essere massacrati da chi si conosce. Il motivo è ovvio: il 99,9% degli italiani, che combina continuamente marachelle di diverse intensità e cattiveria, vuole essere perdonato. Dopodiché, quando ci toccano personalmente, eccoci che strepitiamo contro l’incapacità dello Stato. Quello stesso Sato che noi, fin dalla nascita, annientiamo, umiliamo e ridicolizziamo “con pensieri, parole, opere e omissioni”. E stiamo sempre dalla parte della violenza, non ci si crede. Violentano e squartano una donna? Era una troia. Sparano e derubano a casa degli anziani? Erano dei ricchi ebrei. A Roma non si raccoglie l’immondizia perché quasi il 40% delle persone non paga la tassa sulla raccolta? Monnezzai demmerda. La Polizia sfratta le case occupate che sono divenute il centro del traffico di stupefacenti? Poveracci, lasciateli vivere. Quando toccherà a noi, non dubitatene, per coloro che conosciamo diventeremo dei “borghesi porci e corrotti”.

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