Parla Di Maio. Lo Stadio della Roma si farà secondo “le nostre regole”. Quindi Spalletti dovrà affrontare le dimissioni o l’arresto di almeno un giocatore al mese, le buche sul campo non verranno riparate ma entreranno a far parte di un progetto pluriennale, Baldissoni stipulerà polizze assicurative a favore dei singoli calciatori, quando la squadra stenta sarà colpa dei giornalisti, i risultati ufficiali saranno solo quelli del sito di Beppe Grillo – sicché la Roma vincerà sempre, e sul tetto dello Stadio ci saranno incontri segreti. Per fare cosa non si sa. Così come guidare il Comune è una variabile secondaria della Giunta, nella Roma dei Grillini giocare al calcio sarà solo un’attività dopolavoristica. A chi gli chiedeva se lo Stadio si farà perché il Movimento Cinque Stelle altrimenti perderebbe decine di migliaia di voti dei tifosi romanisti, Di Maio ha risposto: “Non so di cosa parlate. La Roma non la conosco, comunque non l’ho mai incontrata, semmai è la Sindaca che frequenta certa gente”. In ogni caso, per comunicazioni ufficiali, non scrivete a lui. Notoriamente, lui le email le legge, ma non le capisce.

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