Negli ultimi minuti un dirigente toscano di Casapound, tale Simone Pellico (registrato su Facebook come Simone Pi e con un avatar da supereroe dei fumetti giapponesi) mi ha promesso di querelarmi perché ho sostenuto che Casapound sia un partito eversivo, ovvero un’organizzazione che ha come obiettivo il sovvertimento della legge e della democrazia. Come sapete, non è la prima volta che mi accade qualcosa del genere: schiaffi e sputi dai Grillini, minacce e parolacce da miliziani di altre organizzazioni di estrema destra, oppure cani sciolti, non inquadrati in squadracce o apparenti circoli culturali, gente che ha voglia di menar le mani e che pensa di essere oggi sulla cresta dell’onda, per poter (con la minaccia della violenza, o la violenza stessa) intimidire singoli cittadini o organizzazioni democratiche. Come negli anni 70, oggi, a non essere fascista, nazista, grillino, antisemita, chauvinista, si rischia la vita, o per lo meno l’incolumità personale. Lo Stato non è più in grado di difendere i cittadini ed ha un atteggiamento ondivago e debole, i partiti non sono più in grado di filtrare la richiesta, la cloaca, l’orrore barbarico ed assassino di molta gente, che vuole sangue e che sceglie organizzazioni il cui motto è: agire sull’effetto, mai sulla causa. Scegliere l’estetica, mai l’efficienza o la legalità. Scegliere la forza, per imporre le proprie debolezze, non la retorica. A partire dal 1994, passo dopo passo, la sconfitta culturale e politica della cosiddetta sinistra (che non è stata capace di offrire una prospettiva a nessuno ed è morta, sostituita dal democristianesimo più untuoso e bieco che si sia mai potuto immaginare), la crisi endemica degli Stati Nazionali (che non sono più in grado di garantire nemmeno una delle cinque promesse di Bismarck – difesa, educazione, sanità, solidarietà, crescita), la Caporetto della giustizia, che con Mani Pulite e l’uso strumentale e politico delle inchieste ha sputtanato la magistratura… tutto ciò ha creato un vuoto, in cui organizzazioni come Casapound, grazie ad iniziative locali di sostegno a cittadini in difficoltà, fanno passare un messaggio chiaramente eversivo. Negli anni 70 era diverso, da entrambe le parti. C’era una radicalizzazione ideologica legata al fatto che il fascismo mussoliniano vivesse ancora nelle istituzioni, e che molti ragazzi di destra, oltre ad essere veri intellettuali, si percepissero come una sorta di aristocrazia – mentre oggi si propongono come gli eroi del sottoproletariato delle periferie. C’era una grande ondata di giovani innamorati di teorie di sinistra, che credeva non tanto nella collettivizzazione, ma in un mutamento in senso solidale, un allargamento degli spazi cultuali e politici, una diversa redistribuzione del benessere. Ma quel mondo non esiste più, ed a mio parere entrambe quelle ideologie sono uscite sconfitte dalla fine del capitalismo (1974) e dalla fine della messinscena della Guerra Fredda (1988), che è stata una conseguenza della prima crisi e che ha portato, negli anni 90, alla fine del ruolo positivo degli Stati Nazionali. Gente come Pellico ha imparato ad usare gli strumenti della democrazia, ma ha come scopo la reintroduzione violenta delle tesi di cento anni fa, credendo (immagino) che la crisi sopravvenuta al tradimento di Bretton Woods sia risolvibile retrocedendo le ruote della storia, e prendendo a botte, o magari solo spaventando, chi non è d’accordo. Non attendetevi nulla dalla politica o dalla giustizia – che sono troppo deboli. Non attendetevi nulla dalla Polizia – che spesso è connivente con questo disegno. Si può solo aver paura, e sentirsi soli. Casapound ed il M5S ti promettono che, se sarai miliziano anche tu, sarai dalla parte di chi impugna il martello e il bastone. Il tempo della non-violenza e del dibattito democratico è finito. Come dice da anni Angela Merkel, ci avviciniamo a grandi falcate ad una Terza Guerra Mondiale. Il Signor Pellico, nel suo piccolo, dà il suo contributo, promettendo di schiacciare me – che non conto nulla. Ma quelli di Casapound se ne fregano, se sei un vero carnivoro uccidi per il gusto del sangue. E non per trovare una via di uscita alla crisi: una risposta non ce l’hanno nemmeno loro, vogliono solo che ciascuno di noi smetta di cercarla, o muoia.

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