Ho avuto la possibilità, per circa un’ora, di leggere il contenuto dei risultati dell’inchiesta contro Vincenzo De Luca et alii per corruzione e compagnia cantante. Dopo aver letto quelle pagine capisco meglio il fatto che il Presidente della Campania continui a fare lo sbruffone e che Matteo Renzi abbia ripreso (seppur timidamente) a difenderlo. Ebbene, quelle carte, tutte basate quasi esclusivamente su intercettazioni telefoniche, sono sufficienti a motivare un’inchiesta (giammai un rinvio a giudizio) contro il giudice Anna Scognamiglio e suo marito, l’avvocato Guglielmo Manna. Basta. Di indizi seri contro De Luca non ce ne sono. Scognamiglio e Manna dicono in sostanza che – dopo innumerevoli pressioni esercitate da loro stessi (e non da De Luca), offrendo di manipolare la decisione sulla possibilità di De Luca di accettare l’incarico elettivo a Palazzo Santa Lucia – la giudice Scognamiglio abbia appunto “aggiustato” la decisione, sperando che De Luca, mosso a compassione, desse a Manna un posto alla ASL1. Da nessuna parte ci sono indizi che lasciano trapelare che De Luca abbia accettato quelle offerte o abbia intavolato una trattativa – tant’è che l’avvocato Manna, quella nomina, non l’ha mai ottenuta. Non sono stati fatti controlli su eventuali spostamenti economici, non sono stati fatti interrogatori, non è mai stato analizzato alcun documento su possibili visite avvenute dal duo Scognamiglio/Manna a Palazzo Santa Lucia. Insomma: l’inchiesta, de facto, non è mai stata fatta. La qualità del lavoro finale del magistrato inquirente è talmente scadente da lasciarmi insorgere il sospetto che noi ci si trovi nuovamente in una sorta di caso Igor Marini, in cui un’inchiesta sciatta e dilettantistica mette insieme cose credibili, incredibili e pazzesche, senza verificare nulla, ma puntando soltanto su un testimone unico, la cui credibilità è assimilabile a quella mia quando parlo di ingegneria interspaziale, con lo scopo specifico di salvare l’acqua sporca insieme al bimbo. Mi chiedo insomma se questa pacchianata, che a mio parere finirà in una bolla di sapone, non servirà a santificare De Luca. Oppure (mi diceva la persona che me li ha fatti vedere ed è parte della procura della Repubblica di Napoli) ci sono altre prove, schiaccianti, non inserite nei documenti che riassumono le indagini. Se ciò fosse vero, sarebbe gravissimo. De Luca mi è antipatico e non mi stupirebbe affatto se un giorno si dovesse stabilire che è un malfattore – ma anche lui è un cittadino ed ha il diritto di essere giudicato in uno scontro alla pari tra accusa e difesa. Se i magistrati ritenevano di non voler ancora rendere ufficiale il contenuto di ciò che hanno in mano, allora dovevano evitare di far scoppiare la bolla mediatica. Questo è ciò di cui parliamo quando diciamo che parte della magistratura non è marcia, ma è composta da tronfie mezze seghe che non sanno fare il loro lavoro e sono quindi sesquipedalmente psicogrilline.

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