Fate attenzione. La polemica sulle bufale del web (fake news) è soltanto un’operazione chirurgica per ridurre gli spazi di libertà di espressione. Prima considerazione: se vi racconto che gli asini volano, che la NASA ha dei filmati e che Gentiloni ne tiene nascoste le prove, voi ridete, oppure siete Grillini e ci credete, oppure vi ingarellate pensando ad un complotto. Mi proibite di dirlo? Seconda considerazione: chi stabilisce cosa sia vero e cosa no? La Trimurti italiana Renzi-Berlusconi-Grillo? Le industrie farmaceutiche? La nuova moglie di Buffon ed il sempiterno marito di Maurizio Costanzo? Donald Trump? Vladimir Putin? Il governo cinese? Facebook e Google? La congiura mondiale pippo-pluto-giudaica? Terza considerazione: la propaganda è tendenziosa e spesso falsa. La pubblicità è per lo meno sempre esagerata, ma spesso sminchioneggia per ogni dove. La dobbiamo proibire? Quarta considerazione: se Higuain va a terra è rigore, se vi dico che la Juve l’aiutano devo andare in galera? Non è magari che la sua “colpevolezza” è ininfluente di fronte al fatto che sfogo una parte delle mie frustrazioni discutendo una scemenza? Se un demente scrive una stupidaggine, è più pericoloso questo o che vada in giro a far guai? Del resto lo vedete: esiste un partito i cui militanti sono pronti a credere alla qualunque, quindi non credono più a nulla, perché non siamo di fronte alla crisi della verità (ma chi l’ha mai saputa negli ultimi tre milioni di anni?) ma della credibilità – e non sempre è un male. Ora abbiamo due possibilità. La prima: diamo in mano allo Stato il controllo di tutto ciò che esce sul web con il potere di proibire e reprimere ciò che ritiene opportuno proibire e reprimere. La seconda: cerchiamo di fare in modo che la stragrande maggioranza della popolazione, oramai analfabeta di ritorno, ed ostile a qualunque conoscenza empirica e/o scientifica, impari ad imparare. Possibile che, una volta ancora, la maggioranza della popolazione sia per il suicidio intellettivo? Gaber aveva ragione: la cultura deve restare segreta. Ma state attenti. La polemica sulle fake news è il grimaldello che porta alla fine della libertà d’espressione tout court.

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