Uno dei problemi fondamentali dell’attuale momento politico è che i laici, specie coloro che si dicono liberali (ed usano la parola a vanvera, senza conoscerne il significato), sono persone politicamente inutilizzabili, perché la loro ignoranza ha fatto sì che confondano la politica con l’intrigo, e chiamano “libero mercato” la tendenza in atto a concentrare il capitale in poche mani ed a spostare bolle speculative, passando come cavallette sulle economie dei singoli Paesi. Oggi il mondo, ancora più di prima, si divide tra chi crea plusvalore e chi lo distrugge. Mi dispiace dire che, in base alla mia (limitata) esperienza, a costruire plusvalore sono le piccole e medie imprese (specie se a conduzione familiare, con una grandissima corporate identity) ed il crimine organizzato. Quella “religione del dubbio”, così chiara per la parte migliore del movimento repubblicano e liberale, è oggi scomparsa. Se parli con uno che si dice liberale, se ti va bene, parli con un tifoso dei neocon reaganiani, ovvero coloro che hanno creato la crisi mondiale, e che ti dice il mercato (che loro, da ignoranti, chiamano libero), uccidendo una quantità rilevante delle persone risolverà il problema. Il loro, naturalmente, perché dalle loro posizione di batteri e sanguisughe, tutto vogliono, tranne che le cose cambino.

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