Virginia, ti scongiuro. Basta. Prima volevi la funivia sulla Via Boccea. Poi i centri di scambio dei pannolini di cotone. Poi hai smembrato il progetto di Stadio della Roma (che secondo me andava respinto tout court) e ne hai tolto tutte le opere positive che avrebbero aiutato il traffico e la popolazione. Hai firmato più delibere di spesa per consulenze di chiunque prima di te, mandi a casa un assessore ogni due per tre, hai reso private alcune piscine pubbliche (dandole in gestione ai tuoi, come quella di Corviale), hai dato una mano al Clan Tredicine nella gestione dei mercatini e della vendita per strada, hai spento le luci di notte in quartieri in cui avrebbe paura pure una pattuglia di marines, hai lasciato che le strade si trasformassero in terreno lunare, hai mandato al disastro il trasporto pubblico e la raccolta dell’immondizia, rendendo Roma invivibile ed intransitabile, hai protetto le zanzare che questa estate hanno diffuso malattie a manetta, hai deciso di non dimetterti quando la magistratura ha richiesto il tuo rinvio a giudizio, ma strepiti urlando all’untore per chiunque, in altri partiti, venga chiacchierato sui media filo-grillini. Sei stata capace di dare sottobanco l’incarico per un Albero di Natale che nemmeno nei villaggi affamati del centro Katanga, l’intera città implode, e tu? Tu prometti che avremo la spiaggia estiva sul Tevere? Acqua, sole e pantegane? Sabbia inquinata da Malagrotta o dagli stabilimenti dei clan di Ostia? Bambini che giocano coi pesci morti ed imparano a respirare aria di cloaca? Virginia, ti prego. Oramai abbiamo capito, sappiamo dove andrete a parare. Mentre le tue squadracce prendono il potere come nemmeno i democristiani avevano mai avuto il coraggio di fare, tu però stai quieta. Basta idee. Accontentati di essere colei che ha ammazzato Roma, distruggendo le ultime sacche di resistenza di impiegati per bene e cose che funzionavano. Ce l’hai fatta, sei l’Armageddon di 3000 anni di storia. Ora, ti prego, riposa sugli allori.

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