Ci sono persone, come Marco Pannella, che ci mettono anni a morire. Però Emma Bonino, il Terminator del movimento Radicale, ce la sta mettendo tutta per accelerarne il processo, e per questo ha ottenuto un’esposizione mediatica che i Radicali, recentemente, non avevano mai avuto. Un’esposizione che racconta di come un’anziana signora dall’aspetto malato, sfruttando in modo sfrontato e cinico le posizioni che le sono state garantite dalla credibilità di un guru ormai deceduto, millanti di avere un seguito elettorale che non ha, così come non rappresenta nessuna posizione politica, ma sia capobanda di un manipolo di galoppini inutili e penosi (Benedetto Della Vedova, Piercamillo Falasca, Riccardo Magi) che hanno un solo scopo: ottenere uno stipendio dallo Stato entrando in Parlamento come verdura di contorno dello stufato renziano – un piatto moccioloso e triste, che probabilmente (e giustamente) verrà umiliato dall’elettorato. Oggi, su un giornale, c’era scritto che Falasca sia “il maître à penser della galassia radicale” – un insulto ferocissimo contro chiunque si senta vicino al movimento radicale e si ricorda di chi fosse Pannella. Ma il ragazzino di Sapri, che è la fotocopia secchiona di Giggino Di Maio, fa l’unica cosa che sa fare: il democristiano da corridoio. Sono altri che mi addolorano. Per la storia, Magi e Bonino saranno coloro che avranno costruito ed ultimato l’olocausto di 50 anni di storia politica, pur di ottenere il diritto di stare in una sala in cui qualcun altro dice loro cosa dire, cosa fare, cosa pensare. Le reazioni sono diverse. Marco Cappato e Mario Staderini fanno già altro. Annarita Digiorgio li copre di sarcasmo ogni mattina, altri (come Rocco Berardo, Gionny D’Anna e tutti coloro che ho avuto l’onore di conoscere negli ultimi anni) non so come gestiscano il lutto, o se capiscano che ciò che sta accadendo ora sia un funerale – la sepoltura dell’avventura politica, filosofica e pragmatica di un grande italiano, la cui passione ci ha regalato vittorie indimenticabili come quelle del referendum sul divorzio e sull’aborto. Siamo ad un momento di svolta. Da un lato la vecchia politica (Grillini, Salvini, Berluschini, Renzini, Bonini) che ripete i riti esausti al solo scopo di garantire un posto di lavoro agli intriganti più lecchini, più vuoti, cinici ed intraprendenti. Dall’altro l’esigenza impellente di contare, di fare, di cambiare. E questo, ve lo giuro, oggi lo si fa solo FUORI dal Parlamento, FUORI dalle istituzioni, FUORI dal teatrino. Agendo come fanno, anche i Radicali spingono le persone intelligenti a votare Berlusconi, sperando (come credo che sarà) che si voti nuovamente a settembre. A quel punto, del falaschismo non sarà rimasta alcuna memoria, Bonino potrà solo aspirare ad un posto da nonna balbettante in un telefilm della famiglia Pivetti, e Magi dovrà rendere conto di ciò che ha fatto. Non a me, o ai pochi militanti sopravvissuti. Alla storia.

Lascia un commento