Se io fossi un elettore del M5S, oggi, non sarei mica contento. Va bene, il programma viene cambiato radicalmente ogni settimana, ma se fossi un Grillino non me ne importerebbe nulla, mi basterebbe che gli eletti spaccassero tutto, chi se ne frega per fare poi cosa. Ma oramai si saranno accorti che della riduzione delle tasse e del reddito di cittadinanza non se ne parlerà mai più, no? Avranno capito che nessuno degli eletti ha voglia di votare di nuovo, anche se ciò, in questa situazione, potrebbe portare ad una vittoria Grillina pari ad un terremoto. Non lo vogliono, perché la maggior parte degli eletti che contano, sta facendo il secondo mandato, e se si rivota non potrà esserci – a meno di non cambiare un altro caposaldo. E se non ci sarà, tornerà ad essere il nulla di prima, e non avrà più i soldi che ha adesso – e qui, i capisaldi, se li sono già venduti al mercatino dell’usato. L’unico furbo è stato Di Battista, che ha fatto pausa per un giro, e che oggi vive da dipendente di Silvio Berlusconi. Ed anche di questo, ai militanti, non importa nulla. “Berlusconi è il male assoluto”. Editore: Mondadori, quindi Berlusconi. L’uomo che oggi è stato indirettamente tirato in ballo dalla sentenza sulle trattative tra Stato e Mafia e che ha credibilità (apparente) uguale a zero. Eppure ogni Grillino sa che si farà, se possibile, un governo con Forza Italia – altrimenti non si fa. E del resto chi se ne frega, chi se ne frega se l’opinione degli iscritti conta zero anche quella. L’inchiesta di Luciano Capone, naturalmente, i fedeli del M5S non la leggono. Sul resto, Di Maio oggi è sulle posizioni della vecchia DC: fedeltà americana sopra a tutto, stiamo in Europa ad ogni costo, e sulle questioni economiche, ora che i vecchi proclami sono sputtanati, non c’è più nulla. Dopodiché Di Maio propone a Salvini di firmare un contratto di governo. Poi, magari, in corsa, il testo verrà cambiato, chi se ne frega dell’onestà. Onestà. Onestà. Quaqquaraqquà.

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