Parto per le prove a Grosseto e imbocco l’Aurelia da Piazza Irnerio. Al semaforo ci viene incontro un ragazzo dimesso e dall’aspetto stanco e stufo. Sta piovigginando, temo non abbia elemosinato molto, ed infatti si mostra subito piuttosto penetrante. L’uomo che guida l’auto avanti a me si agita, il ragazzo passa oltre e mi offre dei fazzolettini. Faccio di no con la testa, lui batte sul vetro, io scuoto la testa energicamente. Lui si gira, prende uno dei miei tergicristalli e lo spezza. Resto un secondo gelato, poi mi accorgo che dall’auto davanti alla mia esca il guidatore, inferocito. In mano ha anche lui un tergicristallo spezzato. Esco, prendo il ragazzo di petto, quello mi da uno spintone e si mette a correre, l’altro guidatore dietro, un bellissimo slalom tra le auto strombazzanti, dato che siamo già divenuti un tappo che chiude Roma da Piazza Risorgimento e Piazzale degli Eroi in poi. Alcuni escono, altri scattano foto. Tutti gridano. Tanta gente viene e si raggruppa, due ragazzini chiedono se c’è il morto, una mamma trascina via la figlioletta e dice: vieni Cristina, guarda mamma, non guardare la strada, non guardare! Poi applausi, ancora strombazzamenti. Il killer dei tergicristalli è stato preso. L’uomo dell’auto davanti a me gli tiene il braccio piegato dietro la schiena, si avvicina una sirena della Polizia. Qualcuno inizia a gridare: Marocchini demmerda, brutti zozzi de negri e ladroni, menamoje, menamo er musurmano. Un altro: nun è musurmano, è rumeno, ma je menamo lo stesso. Si materializzano due Carabinieri ed un vigile. Strappano un documento dalle mani del tergiscristallicida. Si chiama Caretti Alberto, viene da Villa Adriana (Tivoli). Romano di mille generazioni. Ma spezzatore di tergicristallo e barbone dei semafori. Ho detto che non l’avrei denunciato, mi ha regalato una confezione di fazzoletti di carta. Mentre lo portavano via ha gridato: Sempre Forza Roma! Come in un gorgo, l’isteria ci trascina giù. Ora non strombazza più nessuno. L’automobilista che ha acciuffato il malvivente parla concitatamente con una Daniela al telefono: Aho, dovevo da acchiappà un marocchino dei Castelli, oramai nun ce se capisce più gnente, ma mo vado affà la spesa, statte bona, nun me so’nfrattato. E poi piove, mortacci de pippo!

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