Nel tentativo di evitare lo scoppio di una rivoluzione, nell’agosto del 1788 Luigi XVI, Re di Francia, convocò gli Stati Generali, che avrebbero dovuto divenire una sorta di nuova Assemblea Costituente. Andando a prendere posto in sala, i monarchici scelsero i seggi alla destra del Re, mentre i rappresentanti del Terzo Stato si misero a sinistra. Da allora in poi, per tradizione, in ambito europeo occidentale, a destra seggono i rappresentanti dei partiti conservatori, a sinistra i progressisti, le cosiddette forze di cambiamento. In Italia, dopo la Costituente, tutto ciò si tradusse con uno schieramento degli scranni a Montecitorio ed a Palazzo Madama, da sinistra verso destra, che partiva dalla sinistra extraparlamentare (prima il PSIUP, poi DP, NSU, e più recentemente Rifondazione), poi il PCI, a seguire PSI, PSDI, PRI, Democrazia Cristiana, PLI ed infine l’MSI. Già nel dibattito sulla Scala Mobile, nella prima metà degli anni 70, questa divisione aveva fatto il suo tempo. I partiti laici volevano un cambio delle regole sui contratti di lavoro, il PCI era arroccato su posizioni di conservazione dei privilegi raggiunti in anni di lotte sindacali. Da diverse posizioni si iniziò a discutere (ricordo una conferenza di Norberto Bobbio) se il PCI avesse o no il diritto di sedere a sinistra, ma allora si trattava più che altro di una provocazione: pur nella concertazione continua tra PCI e DC, che fingevano di litigare, ma poi si mettevano d’accordo (sulla questione dello schieramento internazionale, da Berlinguer in poi il PCI era chiaramente dalla parte degli Americani). Il PCI rappresentava ancora chiaramente gli interessi del proletariato industriale. Meno di dieci anni dopo, con la politica del Preambolo iniziata da Flaminio Piccoli (“la DC governa SOLO con il PSI”), il partito guidato da Bettino Craxi aveva posizioni di vera destra, spesso al di là della destra democristiana. Ed il PSDI era uscito dall’agone delle idee, trasformandosi in una mera macchina corruttiva, fortemente legata alla massoneria. Con la caduta del Muro di Berlino, tutto è cambiato, tant’è che, coerentemente con la loro storia, PCI e DC si sono fusi in un partito unico, il proletariato industriale è scomparso, persino la borghesia ha iniziato a morire, ed a sinistra si sono seduti dissidenti (come Rifondazione ai tempi di Fausto Bertinotti), che chiamare partiti di sinistra evoca più i film di Dracula che una posizione nell’arco costituzionale. C’erano situazioni stranissime. I magistrati, che sono ovviamente, da strenui difensori aprioristici dello Stato, la destra più destra, avendo guidato Mani Pulite erano considerati di sinistra, come l’Italia dei Valori (una sorta di PSDI ripulito) e come La Rete (un movimento nato attorno al settimanale Avvenimenti che sosteneva prima di tutto il giustizialismo del pool milanese e dell’Antimafia). Considerare la Lega Nord di destra o di sinistra, finché non è apparso all’orizzonte Matteo Salvini, è stata una scelta del tutto immotivabile. Oggi sono populisti e filofascisti come i Grillini, ma almeno lo sono dichiaratamente. A partire dal Movimento dei Girotondini, passando per i No Global, le decine di organizzazioni di estremismo cattolico cresciute intorno alla figura di Alex Zanotelli e Vittorio Agnoletto, la situazione è cambiata, anche perché tutti questi movimenti sostenevano posizioni conservatrici, e mantenevano solo un’estetica hippie del tutto superficiale: da allora in poi, a sinistra siede chi è contro il sistema e contro il nazionalismo, a destra chi è per l’economia liberista, i movimenti indipendentisti, la casta. In questo modo, al momento della sua nascita, il Movimento Cinque Stelle è partito da sinistra, pur essendo un’organizzazione chiaramente dominata da posizioni di estrema destra, intese in senso classico. In questo modo è passata inosservata la crisi della sinistra in quanto tale: la crisi propositiva che ha lasciato che il vecchio PCI divenisse ciò che oggi è il Partito di Matteo Renzi. Oggi, in Italia, in Parlamento vengono rappresentate SOLO ed ESCLUSIVAMENTE posizioni di estrema destra. Il distinguo è tra chi vuole la violenza, chi solo il razzismo, chi solo il liberismo sfrenato, chi la disgregazione dell’Italia, chi la cancellazione dello Stato sociale, chi un giustizialismo medievale da Santa Inquisizione, chi difende gli interessi della criminalità organizzata e dei corrotti nella Pubblica Amministrazione, chi sostiene financo minuscole lobbies più o meno potenti, interessate non al benessere generale, ma a quello di una nicchia. A Silvio Berlusconi è riuscito il capolavoro di definire “sinistra” un’estetica dialettica, non una posizione politica. Molte riforme (o apparentemente tali) del governo Renzi (e Romano Prodi era molto peggio) sono decisamente più a destra delle posizioni di Forza Italia. Quanto al M5S, inutile parlarne. Soprattutto è passato un messaggio che unisce tutti i partiti: bisogna distruggere e punire, non costruire ed unire. Non esiste più la sinistra, ma non esistono più forze coerentemente propositive. La speranza legata a Fermare il Declino è durata un’alba, franando nelle liti adolescenziali dei suoi dirigenti e nelle bugie folli di Oscar Giannino. Ebbene? Ognuno dice la sua, ovviamente. Non mi importa che si mantengano definizioni superate e ridicole come destra e sinistra. Oggi, la vera divisione, è tra chi vuole la distruzione di qualcuno (la casta, i negri, le aziende farmaceutiche, le donne che abortiscono, gli juventini) e chi si sente pronto ad una vera consapevolezza e ad un pragmatismo finora mai esistiti. Giulio Andreotti aveva ragione. A governare ci si sporcano le mani, perché a volte bisogna scegliere tra due mali, e si sceglie secondo coscienza o secondo convenienza – ma comunque ci sono delle vittime. Oggi tutti credono di avere le mani pulite, perché truffano con i guanti e nessuno di loro si azzarda ad aprire il meccanismo impazzito della democrazia italiana per guardarci dentro e riaggiustarlo. Quindi, quando cercate di farmi litigare dandomi del comunista, mi annoiate. Siete fuori tema, perdete tempo, o cercate di ingannare la realtà – che, come diceva Gaber, è un uccello che non ha memoria, devi immaginare da che parte va.

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