– Matteo Renzi. Non ho mai preso in giro il di lei modo di fare. Non ho gridato allo scandalo per il modo in cui Lei è divenuto Presidente del Consiglio, ho compreso fin troppo bene la Sua necessità di ottenere un accordo con Berlusconi sulla riforma della legge elettorale e non mi sono stracciato le vesti quando Lei ha promesso di cambiare il ritmo delle stagioni e la direzione del sole e della luna in sei giorni. Quando il signor Squinzi e la signora Camusso l’hanno attaccata con ridicola, quasi grillinica veemenza, ho pensato: ecco qualcuno che finalmente sembra in grado di spezzare le convergenze demoniche delle destre popolari e imprenditoriali. Ma poi sono arrivate due delusioni terribili: il pasticcio sull’annunciata abolizione delle provincie, che è il suo esatto contrario, ma peggio ancora la figuraccia rimediata al cospetto di Barak Obama. Costui è davvero venuto a Roma per darLe uno scappellotto per aver fatto intendere che avrebbe smesso di pagare gli F35 – un aereo inutile e costosissimo, che per oltre un decennio costringerà il governo italiano ad aumentare ogni anno le tasse e che, se lasciato perdere, permetterebbe di trovare subito i soldi che Lei dice di cercare per rilanciare l’economia e l’occupazione. E Lei, mi scusi la volgarità, ha fatto pippa. Si é messo paura, ha cambiato idea. Così come ha cambiato idea quando il suo esperto per i tagli Le ha detto, esagerando per difetto, che per salvare il Paese bisogna mandare a casa 85mila dipendenti dello Stato. Lei non farà nulla. Quanto agli stipendi da favola dei manager pubblici, lei li ha cancellati tutti tranne quelli di coloro che li hanno: Ferrovie dello Stato, ENI, Finmeccanica, Poste Italiane… Signor Renzi, Lei si sta sputtanando più velocemente di una velina di Retequattro. Per favore, non pretendo nemmeno che Lei ci dica una cosa di sinistra. Ci dica qualcosa che valga più di 48 ore, e la faccia.

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