Sono appena stato raggiunto da una notizia orribile: il Centro Sociale + Teatro Khorakané di Abano Terme chiude il 14 aprile, con una grande festa di addio. Le motivazioni potete cercarle sul loro sito (http://www.khorakhanet.it/), ma ve le potete immaginare tutti. I soldi non bastano. Nonostante si trattasse di una realtà scelta tra le migliori di tutta Europa, fosse conosciuta ovunque e riunisse un gruppo di dozzine di fantastiche persone che, per oltre dieci anni, sono cresciute insieme, hanno imparato, sognato, ma soprattutto condiviso e realizzato cose meravigliose. Ma non è bastato. C’è stato un momento in cui ero pronto ad andare a vivere lassù e condividere la loro fatica, il loro entusiasmo. E mi sono ammalato, come voi sapete, e dopo la prima operazione ne sono venute altre, ed ancora non sono guarito. Per questo motivo non ci sono andato, ed ora mi sento di aver tradito, di esser mancato nel momento più importante – perché nei sogni, come era il Khorakané, siamo tutti immortali ed invincibili, facciamo cose impensabili, trasformiamo in verità qualunque sogno, noi tutti – è il miracolo dell’essere umano, capace magari di meschinità e cattiveria, ma anche di slanci su cui nessuno scommetterebbe un soldo, e che invece riescono, perché in tanti l’effetto moltiplicatore è capace di spostare le regole apparentemente immutabili del fato e dell’universo. Il 14 aprile, alla Festa di Addio, non potrò nemmeno esserci. Un ultimo tradimento. E mi passano davanti agli occhi le interminabili ore d’auto per discutere insieme a coloro che chiamo ancora adesso amici, e poi Michele Fasolato che monta il palco canticchiando i Blur, Sara Pedron e Beatrice Damiani che ballano, Valentina Braghetto che scopre di essere brava e cresce con Piero Brega ed Oretta Orengo. Lucilla Le Donne che suda imparando linee impossibili di basso, Luca Mazur in tunica che recita Tacito, Aron Massarutto, Lorenzo Cardo, Giovanni Battistin e la costruzione del Festival, e tanti tantissimi altri… ma soprattutto due persone. Vanessa Frison, vestita da Maria Maddalena, che è al contempo regista ed attrice, mentre tutto le congiura contro, e lei salvava lo spettacolo con un sorriso ed una smorfia allegra. Piero Baraldo, che si accorgeva di essere l’uomo più bello del mondo, e non solo un’intelligenza ed una passione al di fuori della media. Quanto a Te, Bea, Ti scrivo in privato, perché di certe cose non si può parlare davanti a tutti. Sono fiero, orgoglioso, grato, perché la vita mi ha dato la possibilità di vivere con voi, e perché vi ho visto, e so chi siete, e non lo dimentico. Siete l’energia soffice e tenace di cui sono fatti la poesia e la vita, il cielo ed il sangue. Ora, se non voglio perdervi, dovrò battermi. E lo dico a tutti. Se non ci si batte per queste cose bellissime, muoiono. Se non ci si batte per amore, si rimane soli. Se non ci si batte per un’idea, si muore stupidi. Se non ci si batte per costruire, si rimane poveri e meschini. Immagino che sarete sfiancati, tristi, e come al solito sarete riusciti a mantenere i piedi per terra. Mi avete impartito alcune lezioni di vita che non perderò, ed indicato una via. Dio mio, non esser più giovane è un’immane scocciatura, ci si riduce a poche righe patetiche ed amareggiate. Per questo vorrei aggiungere: amo, ed ho amato, tutto ciò che abbiamo fatto insieme, e che resta per sempre. Stimo, rispetto ed ammiro ciò che avete realizzato. La vita tradisce, l’amore vero mai. Non è finita qui. Non finisce, finché si continua ad esistere e sognare insieme.

Lascia un commento