Qualcuno tra chi mi legge ha storto il naso perché recentemente ho tacciato di populismo anche il PD. Non cambio idea in proposito. Un partito politico cerca il consenso elettorale su un programma chiaro ed esaustivo. Un movimento populista sceglie gli argomenti e le posizioni inseguendo gli umori della piazza. Poco importa se gli uni sono più ladri, più inetti o più spaventosi degli altri. Le ideologie che hanno caratterizzato il 20° secolo non sono state sconfitte dal populismo, ma sono state sostituite dal populismo perché non si sono rivelate in grado di affrontare e risolvere i problemi, garantendo la crescita del benessere e degli spazi di libertà. Per questo motivo, spero che comprenderete se metto il PD tra Lega e M5S, in un limbo inutile e refrattario alla progettazione politica. La vecchia politica è stata sconfitta dal proprio fallimento fattuale, non da altre questioni. Per ripensare l’Italia, l’Europa, la Terra, l’umanità, quindi, bisogna procedere in senso inverso. Bisogna affrontare e risolvere i macro-problemi, non dividerci sulle minutaglie. Impossibile trovare lavoro a tutti e mantenere basso il debito pubblico, senza trovare qualcosa che assicuri plusvalore vero a ciò che facciamo. Impossibile evitare di essere assaltati da migranti, finché a casa loro ci sarà l’inferno. Impossibile battersi contro questo o quel gruppo di potere, finché saremo costretti a leccargli la mano per avere un biscotto. Fare le cose che vanno bene per l’Italia non è patriottismo, non è sovranismo, non è grillismo, leghismo, comunismo o chissà cos’altro, ma è giusto ed efficiente. Cosa sappiamo fare? Cosa potremmo far fruttare? Non bisogna essere scienziati per dire: agricoltura, turismo, industria manifatturiera. Quindi: non vanno difesi i posti di lavoro a prescindere, ma vanno sostenuti i settori che creano plusvalore e lavoro. Esattamente il contrario di ciò che andiamo facendo da mezzo secolo: 1) difesa dell’equilibrio idrogeologico del territorio: ricostruzione dell’intera rete di canalizzazione dell’acqua, distruzione degli edifici e delle infrastrutture che deturpano e mettono in pericolo alcune zone, riforestazione, creazione di zone protette nel mare, protezione attiva delle coste, leggi severissime su costruzioni antisismiche. Lotta senza quartiere al bracconaggio ed al traffico di rifiuti. Messa in sicurezza del sistema ferroviario ed autostradale, il tutto in un piano decennale che costerebbe miliardi, ma sul quale si troverebbe aiuto dalla UE e dai privati; 2) difesa e valorizzazione dei beni monumentali. Casca il tetto di una chiesa a Roma e questo ci serve per sapere che non solo Pompei, ma che tutti i nostri monumenti sono abbandonati a sé stessi. Se guardate nel bilancio del governo Gentiloni per il 2017, dopo una fatica immane per spulciarlo (www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/1533200348058_Consuntivo_MiBACT_per_capitoli_2017.pdf), si capisce che sono stati spesi circa 50 milioni di Euro. Ebbene, ce ne vogliono molti ma molti di più, e subito; 3) Promozione della nostra agricoltura e dei nostri prodotti alimentari. Ci vogliono misure di sostegno attivo che permettano di pagare meglio i livelli più bassi di occupazione, andare verso il “chilometro zero”, quindi togliere le licenze ai supermercati, introdurre regole severissime sulla distribuzione, scoraggiando il dumping legato allo sfruttamento chimico, industriale e schiavista dell’Africa ed altre zone economicamente depresse, in modo da riportare la gente a comprare nei negozi ed ai mercati rionali. In questo quadro è giusto sapere che molte aziende internazionali sarebbero prontissime ad investire miliardi nell’intermediazione alimentare del cibo italiano; 4) Riduzione drastica delle tasse, magari introducendo una misura come la flat tax proposta dalla Lega, che non solo costa meno alle aziende, ma costa meno a chi, quei versamenti, li deve controllare. Molte delle tasse indirette che vessano chi cerca di lavorare in Italia, servono solo per finanziare il posto di lavoro di chi quelle vessazioni le deve controllare. Abbattimento di almeno la metà del personale amministrativo dello Stato, introducendo vere ed efficienti misure di certificazione elettronica, trasformando le province in meri uffici di controllo burocratico; 5) Contestualmente, realizzare una vera e semplice riforma dell’istruzione, restaurando gli edifici, migliorando le qualifiche del personale, reintroducendo severissime regole di selezione degli studenti che restituiscano potere ai docenti, cancellazione dei decreti delegati. Reintroduzione dell’apprendistato sul posto di lavoro, creando parallelamente scuole di eccellenza come nella Germania Est, basate sui risultati ottenuti a 13 anni ed utilizzando le capacità non solo di apprendimento, ma anche caratteriali, dei giovani migliori. Introdurre anche nuovi ambulatori ed ospedali, creando dei poli sanitari in cui si possa sviluppare anche la ricerca. Raddoppio del numero di poliziotti e magistrati, introdurre nuovi metodi di insegnamento per magistrati, simili a quelli in vigore nel mondo anglosassone. Queste misure vanno costruite con la partecipazione del capitale privato. Il capitale privato arriva se si propone qualcosa di credibile: un investimento imponente sul lifestyle italiano, sui suoi monumenti, ricostruendo le sue infrastrutture, rendendo le strade sicure. Tutto il cosiddetto dibattito politico che esula da questi punti è inutile, dannoso, populista, suicidale.

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