Metto le mani avanti: non sono un esperto, sono un criceto che cerca di capire e, leggendo tanto e molto velocemente, a volte fraintende le cose più complesse – tanto è vero che sulle bitcoins, per il momento, sto zitto, finché non sono sicuro di aver capito. Vladimir Spirito a volte mi prende in giro a ragione, anche se poi abbiamo opinioni diametralmente opposte su molte cose. Lui, che da sempre naviga nel mondo della finanza, discetta con semplicità e convinzione su correlazioni che io faccio fatica a comprendere – ma poi ha una fiducia sulla finanza che non condivido. Siamo nel campo delle opinioni, con un minimo di rispetto reciproco si cresce tutti, magari sfottendosi l’un l’altro. Adoro le persone appassionate, come Antonio Martines, Adriano Liloni, Angelo Provera ed altri che, a volte, si azzuffano con entusiasmo discutendo le mie opinioni. Ma la mia avversione per il M5S nasce dalla mia antica avversione per i socialdemocratici degli anni di Nevol Querci e Paris Dell’Unto, di Pietro Longo e Franco Nicolazzi. Banditi tout-court, senza nemmeno il tentativo di apparire diversi da ciò che erano. Banditi capaci di prendere qualsivoglia decisione, senza percepirne le conseguenze, sapendo che poi, a risolvere il danno, ci sarà qualcun altro. A quei tempi, Beppe Grillo ebbe il coraggio di andare in TV e “dimostrare” su una lavagna l’equazione tra PSDI e P2, una gag spassosissima che gli valse alcuni anni di allontanamento dalla RAI. Aveva ragione, poi è cambiato, si è convinto di essere un guru, ed ha scelto l’ipocrisia come bandiera. Odio gli ipocriti, quelli infantili e smaccati, quelli che sono convinti tautologicamente di avere ragione, anche quando hanno torto, specie nel caso in cui abbiano torto. Quelli santificati da Caterina Guzzanti quando faceva Vichi di Casa Pound, che, ogni volta che finiva dialetticamente nei guai, gridava: “E allora le foibe?” Oggi, in una trasmissione radiofonica in una minuscola emittente, ho discusso con un parlamentare del M5S di questioni economiche e finanziarie. Imbarazzante, perché ciacolava di cose di cui non capiva un’acca. Arriviamo a parlare delle differenze tra il governo Berlusconi ed il governo Monti. Il Grillino pontifica che Monti fu la prosecuzione di Berlusconi dopo che l’Unione Europea aveva costretto l’Italia ad accettare il Fondo Salva Stati. Non è vero: Monti sostituì Berlusconi per capovolgerne la politica estera. Il moderatore ricorda che Berlusconi accusò francesi e tedeschi di aver usato una manipolazione sullo spread per cacciarlo via – peraltro in modo del tutto antidemocratico. Si tratta di un fatto vero, va accettato come tale. Berlusconi non è buono o cattivo a prescindere, va valutato atto per atto. Monti venne allora imposto dalle banche internazionali – spiego alla radio – per cambiare l’atteggiamento italiano sul Fondo. Germania e Francia, con le banche al tracollo, chiesero (ed ottennero da Monti, perché Berlusconi era completamente contrario – ed a ragione) che i Paesi vi partecipassero in ragione del loro PIL. Berlusconi disse: “siete matti, parteciperemo in ragione dell’esposizione debitoria delle nostre banche, non un centesimo in più”. La differenza è stata enorme. Monti ci ha costretto a pagare 189 milioni all’anno, Berlusconi non avrebbe pagato più di 79. Scusate se è poco. Il Parlamentare Grillino non sa più dove siamo, e mormora che noi Renziani (io renziano… certo, ed anche laziale e fan di Tiziano Ferro) non vogliamo ammettere che Monti fosse un servo di Forza Italia, e che il PIL non ha nulla a che vedere con i debiti delle banche – e comunque Berlusconi è il diavolo, e Giggino lo spazzerà via e ci porterà fuori dall’Euro, di modo che potremo tornare alla lira e svalutare quanto ci piace. Rinuncio a smontare il deliquio dell’Onorevole Vattelapesca. Mi limiti a spiegargli che, in quel modo, i vincoli debitori che abbiamo dovremo pagarli con una divisa svalutata, e quindi ci costeranno, in termini di PIL, molto di più. Silenzio. Il Grillino dice che salveremo tutto vendendo gli assets inutili, come il patrimonio edilizio inutilizzato e le azioni di ENI e Leonardo-Finmeccanica. Spiego che, così facendo, si riduce di una decina di punti il gettito fiscale, e che questo è il progetto di Monti e Calenda. Ovvero due politici che, essendo da sempre sodali delle banche internazionali, cancellerebbero l’Italia in un solo decennio. Suggerisco di chiudere qui la trasmissione, perché stiamo facendo tutti una figuraccia pecoreccia da ignoranti. Il Grillino mi insulta, io ho riattaccato il telefono, non so cosa sia accaduto dopo. Perché? É mai possibile che a parlare di certe cose siano persone che non ne capiscono nulla, e che alcuni di costoro, eletti nel M5S, pretendano di avere in mano la gestione di un Paese di cui non sanno, non capiscono, non vogliono capire nulla? Costoro faranno comunque le marionette in mano alle lobbies internazionali, fatte di iene e canaglie, ed allora sì che invocheremo Berlusconi, che è stato l’ultimo, in un mare di merda, che si occupasse di politica – anche se lo faceva soprattutto per farsi gli affaracci suoi. Alla domanda del moderatore: “meglio banditi o dilettanti?” ho risposto: “Meglio i banditi”. Ne sono sempre più convinto. Perché in questa Italia, in Parlamento, sono rappresentate solo queste due categorie, la tendenza è che i dilettanti imparino a fare i banditi. Senza sapere nulla della macchina che stanno contribuendo a spingere nel burrone.

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