Dopo aver consegnato un lavoro, ho avuto a disposizione un paio d’ore per studiare i programmi con cui PD, MDP, M5S, LegaNord, Forza Italia e Fratelli d’Italia andranno in campagna elettorale. Non vi stupirà il mio giudizio, ugualmente negativo per tutti. Certo, né il PD né l’MDP hanno slogan razzisti come altri partiti, e solo il M5S continua a proclamare onesti una banda di piccoli gangster di bassa lega che, ovunque possono, non fanno che litigare tra loro, compiere atti illegali e rubare soldi. Ma il PSDI di Nicolazzi non era diverso: non aveva nessun programma, tranne spartirsi il bottino. Il M5S, invece, non vuole spartire con nessuno, vuole mangiarsi tutta una torta di cui non capisce nulla. Ma queste sono cose noiose, già dette. Chi vota Grillino è irrecuperabile, nega anche l’evidenza, anzi gode dello sfascio causato dai rappresentanti di questa azienda ecclesiale. Prima considerazione: nessuno vincerà le elezioni, quindi ci sarebbe stato spazio per dei programmi, invece che dei proclami. Niente da fare. Tanto la gente voterà con la pancia, per tifo sportivo, per paura, per orrore, per dispetto. Era una grande occasione per far vedere che invece ci fosse spazio per un progetto che non c’è, da nessuna parte. Quindi ho deciso, alla fin fine, di non votare, perché non saprei cosa sia meno peggio, e non si capisce affatto ciò che farà quella che appare al momento come l’unica coalizione possibile, ovvero quella tra Forza Italia ed il PD. Entrambe queste organizzazioni rivendicano come successi i guai che hanno combinato quando erano al timone, sostenendo che loro, per lo meno, qualcosa abbiano fatto. Le altre forze hanno solo messaggi in negativo: niente stranieri, niente casta, niente tasse, e sappiamo tutti che, qualora dovessero andare al governo, dato che non hanno alcun progetto alternativo, terranno gli stranieri, difenderanno la casta (non così bene come il M5S, che è il partito delle lobbies per eccellenza) ed aumenteranno le tasse. L’ho scritto tante volte. Si può dire dell’Unione Sovietica ciò che si vuole, ed è certo che si trattasse di un regime totalitario, brutale, assassino, iperburocratico ed inefficiente. Ma questo non ha nulla a che vedere con i principi della critica marxista al capitalismo: le cose vanno bene quando si crea plusvalore, vanno male quando lo si distrugge. In Italia ci sono diverse aziende che creano plusvalore con coraggio e bravura, ma la gran parte del sistema brucia ricchezza al decuplo della velocità con cui chi crea riesce a tappare i buchi. Bisogna guadagnare di più. Come farlo? Abbassando violentemente le tasse, cancellando il principio folle per cui io debba pagare quest’anno le tasse per qualcosa che, forse, guadagnerò l’anno prossimo. Tutti i tentativi di semplificazione sfociano nella complicazione e nel ridicolo, tutte le decisioni fiscali vanno a colpire chi crea plusvalore, sostenendo che tanto evade, e quindi si merita una punizione. Una follia. Bisognerebbe avere il coraggio di licenziare il 90% dei dipendenti dell’Amministrazione dello Stato. E poi dimezzare le tasse, e con i soldi in più, che ci sarebbero, ripristinare la Polizia (che è in disarmo), il sistema scolastico ed il sistema giudiziario. La gente a spasso s’incazza? Vero. Ma se non compiamo questo passo, l’intero Paese sprofonda, e continua a pensare che i cattivi siano gli stranieri e gli industriali, che sono invece le categorie più benefiche per la sopravvivenza del Paese. Perché portano ricchezza, mentre gli altri, tutti, la bruciano. Gli stranieri devono essere obbligati a comportarsi bene (ma gli italiani no?), e per questo ci vuole una Polizia efficiente e che non perdona. Ma gli stranieri venuti in Italia, che sono pochissimi, in confronto a Paesi come la Germania, il Regno Unito e la Francia, svolgono dei lavori che gli italiani non fanno, e lavorano a prezzi assurdi, disumani, in condizioni aberranti e stomachevoli. Ne abbiamo bisogno. Dopodiché concordo sul fatto che gli sbarchi siano un grave problema, che va risolto pragmaticamente, come sta facendo l’attuale governo. Ma signore e signori, che vi credete assolti: ci stiamo comportando da aguzzini, facciamo morire migliaia di persone dove nessuno le vede, bisogna che lo si sappia. Ma perché siamo pronti a questo pragmatismo, e non ai licenziamenti di massa di chi distrugge ricchezza negli uffici? Perché quelli ci sono famigli, e sappiamo che, per la maggior parte, sono persone colpite da analfabetismo di ritorno, con gravi problemi psicologici, insomma: persone che, nel libero mercato, non lavorerebbero mai, perché non vogliono, non sanno, non possono. Ed a fare i lavori manuali non ci vogliono andare. Una delle possibili soluzioni è il reddito di cittadinanza, bisogna affermarlo con pragmatismo. Sei un cazzone? Ti do 600 Euri al mese, così consumi e stai tranquillo, e tu non fai nulla. Stattene a casa e guarda la TV, che è meglio. Aggiungerei che sarebbe necessario che costoro perdessero il diritto di voto, ma so che si tratta di una misura impopolare, e che soprattutto cancellerebbe il M5S in pochi mesi. Ma questa è la rabbia, che mi fa parlare, la rabbia di chi per tanti anni ha cercato di entrare nella mente e nel cuore di costoro, ed è costretto a riconoscere il proprio fallimento. Come diceva Ziononno, l’essere umano, se non lo prendi a calci, passa tutta la vita sul divano con un panino in mano. E quindi anche questa affermazione, la mia, come direbbe Corrado Guzzanti, è in me, è la seconda che ho detto, ed è sbagliata. Ma allora, se ogni soluzione pragmatica è impossibile, cosa fare? Accettare che i partiti attuali finiscano di smontare tutto, sperando che arrivi una Terza Guerra Mondiale che, annientando le domande, renda inutili le risposte? Come in EAA di Edoardo Bennato? Ci sono giorni che non so cosa rispondere, ed altri, come oggi, in cui la pioggia sferza la mia voglia di vivere, e mi rendo conto del fatto che, dove non arriva l’intelligenza, la preparazione, il pragmatismo, l’istinto di sopravvivenza (che è sopravvalutato, ve lo assicuro), deve arrivare qualcosa d’altro: la passione. No, non la bile, l’amarezza, il conato demente Grillista o Leghista. Non il piccinismo gretto e spocchioso del PD, non lo sbruffonismo becero e puzzone del berlusconismo, non l’istinto omicida e mostruoso del fascismo. La passione. Il bisogno di costruire insieme una nuova solidarietà non basata sul pietismo, una nuova democrazia non basata sul consociativismo e sull’appiattimento verso il basso, una nuova società basata sulla cultura, sul sapere, sul senso di responsabilità, sulla partecipazione, sull’abrogazione della pigrizia e della paura – insomma, sulla consapevolezza. A questo scopo, nell’ultimo weekend di gennaio 2018, organizzerò nei monti della Maremma, tra Roccastrada e Gavorrano, un weekend di analisi e proposte. Non per fondare un partito politico (non siamo ridicoli!), non per “mettere insieme le competenze” (non prendiamoci per il culo), ma PER FARE UN’AZIONE, come predicava il Giorgio Gaber de “I reduci”. Fare qualcosa di costruttivo, di bello, assurdo, completamente fuori dagli schemi, apoditticamente intellettuale, se volete anche snob. Niente girotondi alla Nanni Moretti. Siamo stufi di fare i bambini. La passione, sappiatelo, è solo consapevole, ed è una cosa da adulti – una razza che, nell’Italia e nel mondo di oggi, è in via di estinzione.

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