Quando penso male del mio Paese, so di cosa sto parlando, e la mia delusione, unita alla frustrazione, amplificano la mia rabbia – ma soprattutto la mia paura. Qualche giorno fa il Presidente della Turchia, Tayyip Erdogan, ha visitato Roma, ed è stato ricevuto dalle più alte cariche dello Stato e dal Papa. Vi ricordate del capolavoro di Gabriele Salvatores, “Mediterraneo”? Il contrabbandiere turco, sornione, prima di rubare il rubabile, continua a ripetere che i tre popoli del libro (ebrei, musulmani e cristiani) sono la “stessa faccia, stessa razza”, e sono tuttora convinto che abbia ragione. Dopodiché sono i singoli ad essere diversi. La Turchia, sotto Mustafa Kemal Atatürk, divenne una delle civiltà più aperte ed illuminate del mondo, ma questo è stato cento anni fa. Erdogan ci assomiglia abbastanza per rendercelo comprensibile, e diverge da noi in modo da spaventarci. Gioca a fare il sovranista come la signora Meloni, ma affoga nel sangue la minoranza curda, contravvenendo ad ogni accordo scritto. Fa il razzista come Salvini, e poi rapina e trucida decine di migliaia di profughi dalle guerre in Medio Oriente, per giunta pagato da noi Europei, che siamo contenti che Erdogan non lascia passare il Bosforo più a nessuno (e ci ricatta per questo). Fa l’anticasta come i Grillini, ma poi dirige lo Stato insieme ai suoi famigli, riuniti nel gruppo Atakulche, che vince tutti gli appalti, sostituisce i consigli comunali, va in piazza contro la vecchia politica (corrotta) dei partiti tradizionali, ma poi arresta, uccide e fa licenziare magistrati, giornalisti, poliziotti che non si adeguano. Fa i festini con le giovanette come Berlusconi, ma non le paga: le rapisce e le stupra. Racconta bugie mirabolanti e promulga leggi antisociali come Renzi, ma non fa lo spiritoso in TV, non fa giri del Paese in treno per salutare la sua gente, li va a prendere a casa, uno per uno, con i mitra spianati, se non sono pronti a sottoscrivere i suoi referendum costituzionali per l’abrogazione delle strutture democratiche. Non capisco perché discutiamo ancora con questo assassino la possibilità di far entrare la Turchia nell’Unione Europea (o, meglio, lo capisco, ma lo rifiuto). Non capisco perché il Papa gli dia la mano e gli conceda udienza. Anzi, mi fa orrore. Ancora di più mi fa orrore vedere che l’Italia, giorno dopo giorno, segue la stessa deriva che ha portato la Turchia, in cento anni, a divenire un incubo di oppressione, violenza, fascismo e morte.

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