La corsa di domani di Valentino Rossi è una meravigliosa metafora della vita. Un’ingiustizia lo fa partire per ultimo, e lui, il più “vecchio”, si batterà per ottenere un miracolo. Spero davvero che ce la faccia, perché darebbe a me ed a tutti il segno che esista un segno del divino in ognuno di noi, nella mediocrità quotidiana, nella nostra dolorosa rabbia, nell’ansia del dover restare ai margini della vita, fuori da tutto ciò che conta. Domani milioni di persone pregheranno per Valentino – che non è un eroe, non è uno scienziato, non è un filosofo, non è un soldato, non è un artista. Lui è molto, molto di più: è uno di noi.

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