UN NUOVO RACCONTO PER L’ITALIA (6) – Ho pensato a lungo al modo migliore per spiegare nel dettaglio cosa io abbia in mente, e sono arrivato alla conclusione che sia più semplice fare un esempio concreto (uno di quelli che porterò al dibattito a Roccastrada) per far vedere in modo preciso dove porti il mio ragionamento. Partiamo dalla premessa: dobbiamo raccontare in modo localizzato ed individualistico (come richiesto dal modello del romanzo borghese) un problema di portata planetaria, spiegando quel problema, facendo vedere come questo colpisce in modo violento ogni singolo, che non solo non sa difendersi, ma non capisce nemmeno perché gli accada cosa gli accade. Sono partito dalla crisi dell’acciaio: se ne produce troppo, la guerra sui prezzi viene combattuta sulla pelle degli operai (vedi Ilva di Taranto), ma anche in modi nuovi, come testimonia lo scandalo della Kobe Steel, una delle dieci più grandi acciaierie del mondo, che produce anche ferro, rame ed alluminio. Milioni di tonnellate. Ebbene, l’azienda è stata costretta ad ammettere che acciaio e alluminio, da lei prodotti dopo il 2008, non siano più rispondenti ai criteri di sicurezza e qualità previsti dai contratti firmati e dalle regole internazionali. Questo significa che ci sono al mondo circa 1700 fabbriche che usano materiale scadente, fragile, inefficiente – tra cui Airbus e Boeing, le principali case automobilistiche, le aziende che costruiscono grattacieli in Asia e strade in Europa ed America, binari del treno e treni che vanno senza pilota. La notizia è pubblica, ma né nei Tribunali, né nei Parlamenti, né sui giornali, si discutono le possibili conseguenze di questo fatto – e soprattutto, non si parla di rimettere le cose a posto: troppo dispendioso, complesso, politicamente e mediaticamente ingestibile. Noi raccontiamo la seguente storia. Christine Negroni, la più grande esperta di incidenti aerei del mondo, che sono orgoglioso di avere per amica, viene chiamata da Homeland Security ad indagare su tre aerei caduti in volo nell’arco di 36 ore sui cieli americani. Quindi abbiamo un fatto inventato ma un personaggio VERO, che è disposto a recitare questo ruolo. Christine racconta i tre incidenti per il nostro gruppo, prendendone i dettagli da tre recenti incidenti che, secondo lei, sono dovuti a cedimenti strutturali degli aerei – quindi a parti di acciaio o alluminio o altro, che erano contraffatti e non hanno funzionato. Un altro carissimo amico, di cui per ovvi motivi non posso fare il nome, ci descrive la reazione delle autorità federali e dell’aviazione americane ed europee, e le enormi pressioni esercitate su Christine per fare in modo che lei dica che si tratta di tre attentati terroristici, realizzati secondo lo stesso metodo. Un giornalista europeo, che sta decidendo se accettare la mia offerta a partecipare, racconta delle pressioni ricevute per pubblicare in esclusiva, in Germania, Francia ed Italia, la versione “terroristica” della storia, e di come lui si venga a trovare in difficoltà quando compie due azioni ovvie: chiama Christine Negroni (che è un’analista famosa a livello mondiale) e poi un uomo dei servizi tedeschi: entrambi gli dicono che la versione ufficiale è una bufala pericolosa. E lui scrive questo: non sono terroristi, c’è dell’altro, le autorità politiche non vogliono che si racconti, io non so cosa mai possa essere. La sua rivista blocca la pubblicazione dell’articolo. Nel frattempo Christine ha scoperto che ci sono alcune parti che, in ciascuno degli aerei, sono collassate, e scopre (la faccio breve) che si tratta di pezzi riconducibili a Kobe Steel. A quel punto cade un quarto aereo, filmato (che combinazione) mentre esplode. La versione degli attentati si impone sul pubblico. Ma oramai il ciclone ha raggiunto Kobe Steel, e quindi Christine, insieme al giornalista ed al funzionario dei servizi tedeschi, analizza altri incidenti, su treni ed auto, dovuti al cedimento di parti strutturali simili. A questo punto i tre vengono contattati da una grande compagnia di assicurazioni e da un funzionario della Commissione Europea – entrambi vogliono dare loro dei soldi perché smettano. Nel frattempo, i nostri esperti di catena produttiva, come Andrea Montanari, e gli scienziati con cui siamo in contatto, ci descrivono cosa sia potuto accadere, come e perché – e cosa potrebbe accadere in un vicino futuro. I nostri esperti di politica, come Mario Staderini, come la cosa arrivi nei Parlamenti e venga gestita in quella sede. Nel frattempo Christine ha lasciato in fretta e furia Washington, dove ha subito un tentativo di rapimento (FIZIONE), ed è venuta a nascondersi nel Nord della Maremma (vicino a Ribolla), dove ha degli amici che la nascondono, e dove, con l’aiuto di un maresciallo dei Carabinieri, ha accesso ad un terminale dell’archivio della NSA, che è nascosto a Tatti (questo è un fatto VERO). In questo modo spostiamo l’epicentro della narrazione in Italia e seguiamo l’inchiesta di Christine, lo sviluppo della sua vita privata, e l’operazione di un’entità per ora sconosciuta che opera dall’Aeroporto di Grosseto e da una fabbrica “fantasma” di una ditta di Capua, vicino all’Aeroporto di Grazzanise, da cui partono i mercenari italiani che vanno a combattere in giro per il mondo, e che viene storicamente controllato dalla camorra (FATTO VERO). Grazie ai risultati del mio lavoro, mostriamo come si intersecano e collaborano queste entità apparentemente tanto lontane tra loro. Il finale me lo tengo per chi verrà a Roccastrada – ma sarà un finale VEROSIMILE e basato su fatti veri e su una finzione possibile. A questo punto, presentando il libro, noi presentiamo anche una battaglia politica sull’acciaio e sull’alluminio, più una serie di altre iniziative – per esempio nel campo della formazione professionale, o nell’arte – per inserire il nostro lavoro collettivo nell’esperienza individuale di più persone possibile. Il libro viene scritto da due persone, che mettono insieme il lavoro di ciascuno e danno una veste emozionante ad un racconto che, di per sé, è al contempo spaventoso, reale, sconosciuto e dimenticato dallo storytelling globale – inventato e vero al contempo. Io spero che ognuno di voi capisca quale immensa sfida sia un’operazione del genere, quale effetto dirompente possa ottenere, quale senso possa dare al nostro quotidiano – finalmente agiamo, in modo moralmente accettabile. Invece di soffrire di impotenza e basta. Vi prego. Venite. Non ve ne dimenticherete. Insieme costruiremo una cosa unica, enorme, meravigliosa, utile, felice.

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