Ho letto il testo firmato dai rappresentanti dei 27 Stati dell’Unione Europea. Un testo diplomatico, che alla fin fine non dice nulla. Tutte cose generiche, che non affrontano la questione centrale: andiamo verso una vera Unione, o restiamo così, né carne né pesce, ostaggio dei partiti populisti dei singoli Paesi? Si guarda alla Francia ed al suo voto, e si teme che vinca Marie Le Pen. Se fosse così, la Francia potrebbe uscire, e sarebbe comunque la fine. Il che significa alcune cose: a) allargare la UE ad alcuni Paesi dell’Est è stato un errore, perché avevano ed hanno fini diversi dai nostri; b) credere che l’Euro, di per sé, avrebbe risolto alcuni problemi, è stato sciocco; c) non avere la forza per imporre alla Germania il rispetto dei Trattati è un segno di debolezza decisivo; d) visto ciò che è accaduto in Jugoslavia, dire che grazie alla UE abbiamo avuto 70 anni di pace, è una bugia – è vero invece che contiamo sempre meno, ed una guerra tra Paesi europei sarebbe oggi una barzelletta triste ed un esercizio inutile; e) il Parlamento di Bruxelles non è in mano ai singoli Stati, ma alle lobbies delle multinazionali, che impongono regole commerciali assurde – il che significa che abbiamo perso il controllo sulla politica economica e non siamo capaci di correggerla; f) così come le bolle speculative finanziarie si sono dimostrate un boomerang, il colonialismo, che ha sottratto con la violenza le risorse naturali dei Paesi del Terzo Mondo, ha generato un’onda di immigranti che non siamo capaci di gestire, ma i politici di nessuna nazione sono in grado di cambiare la tendenza che va avanti da sei secoli. Come si dice a Roma: ma allora, a regà, de che parlamo?

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