Sono passati poco più di dieci anni dall’assassinio di Hrant Dink, uno dei più grandi giornalisti, intellettuali e uomini di pace della Turchia. Venne ammazzato a rivoltellate da un ragazzino, istigato e controllato dagli ufficiali dei terribili Jandarma di Erdogan. Oggi, in Turchia, ma non solo in quel Paese, la libertà di stampa è stata uccisa, la libertà di opinione viene repressa, l’imparzialità della giustizia e della burocrazia viene punita con la persecuzione e l’omicidio. All’inizio pensai che noi Europei non facciamo nulla perché abbiamo troppi interessi economici in Turchia – ma ho scoperto che gli anni di Erdogan sono quelli di una gravissima crisi commerciale, industriale e finanziaria. Poi ho pensato che si trattasse del prezzo schifoso che paghiamo perché Erdogan imprigioni e torturi in casa propria coloro che scappano dall’Asia e dall’Africa e, passando da lì, cercano di raggiungere l’Europa. Ma ora, dopo aver visto gli effetti della prima vera decisione operativa di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti, credo altro. Non dobbiamo più temere il fascismo, perché ha già vinto. L’Europa è ostaggio di potenze antidemocratiche ed assassine come gli USA, la Russia, l’Arabia Saudita, tanto che la dittatura in Cina, al confronto, sembra un circolo Acli dove si gioca a rubamazzetto. Ma la cosa atroce è che noi ADERIAMO. Noi SIAMO D’ACCORDO. Noi esaltiamo feroci belve, bugiardi matricolati, banditi ed assassini come Tayyip Erdogan, Donald Trump, Viktor Orban, Beppe Grillo, Vladimir Putin, Boris Johnson, Nigel Farage, Frauke Petry, Marina Le Pen, Matteo Salvini, Geert Wilders, Nikolaos Michaloliakos, Lutz Bachmann. Noi permettiamo a persone come Wolfgang Schäuble, Jean-Claude Juncker, Matteo Renzi, Theresa May di continuare a distruggere il nostro presente e la democrazia europea in nome degli interessi particolari di banche e lobbies. Non sappiamo cosa fare. Noi non abbiamo più voce, più forza, più podio, più spazio, più nulla. Il fascismo ci è cresciuto intorno, come l’ignoranza orribile della gente, come la rinuncia alla responsabilità, come il rifiuto dell’intelligenza e della complessità. Donne e uomini come Hrant Dink muoiono per questo. Il fatto che io ne onori la memoria è ridicolo, nevvero? Il suo nome probabilmente nemmeno l’avevate mai sentito. Dieci anni fa un giornalista turco morto ammazzato era l’ultima notizia prima dell’ultima trombata di un’attricetta. Oggi nemmeno quello. Sembra sciocco, ma in queste ore, di fronte a questo, riscopro la preghiera. Non l’adesione alla Chiesa Cattolica, che in gran parte disprezzo, ma l’adesione alla parte di me stesso che è luce, libertà, fratellanza. Forse sto diventando pazzo.

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