Silvio Berlusconi deve andare di nuovo a processo per le sue bravate sessuali. Ha 81 anni, e da qualche tempo vive con una tizia che prima leccava il Calippo e che oggi, più trucida che mai, ci fa sembrare Silvio un povero orsetto lavatore – un procione. La pena del contrappasso per uno che ha fatto del suo maschilismo da operetta il manifesto della sua essenza pubblica. E del resto, visto da oggi, quelle porcatine vere o presunte appaiono come le pugnette di un ragazzino, roba di cui non frega nulla a nessuno… Mi ricordo le malefatte di cui lo accusavamo noi giornalisti, quando anch’io facevo parte di quella combriccola. Aveva corrotto della gente per pagare meno tasse, ma soprattutto per acquisire i diritti di trasmettere TV su scala nazionale. Dopodiché, insieme a Johann Rupert, Leo Kirch e Michael Ringier, aveva lavorato alla creazione di un centro di potere monopolistico della TV privata in Europa ed il controllo di una rete globale di pay-TV. Cose scomparse da ere geologiche. Roba da ridere. Oggi esiste un monopolio mondiale dell’informazione che cambia a piacimento gli accadimenti, alcuni li cancella, altri li crea senza che siano accaduti. Vedere per credere, oggi, è un’idiozia. Ed infatti la gente crede e basta, senza più nemmeno pensare se una cosa sia credibile o meno. Di fronte a Donald Trump, Tayyip Erdogan, Beppe Grillo, Viktor Orban e Vladimir Putin, Silvio sembra uno scolaretto beccato mentre copiava il compito in classe di chimica. Oggi, usare la macchina della giustizia (che è come una roulette russa) per esercitare pressione politica, è credibile solo nei confronti dei Grillini, che sono banditi comuni ma si professano santi. Per il resto, Berlusconi non ha mai fatto ammazzare qualcuno per evitare che si sapesse troppo sui casini di una banca (MPS? Avete capito MPS? Lo avete detto voi, non io). Berlusconi ha preso decisioni giuste sul mercato internazionale dell’energia, che hanno sostenuto l’Italia. Berlusconi è stato un muro contro il tentativo della Goldman Sachs di distruggere il nostro Paese. Secondo me nemmeno se ne era accorto, tant’è vero che alla fine, su questa battaglia, è caduto – per le manipolazioni sullo spread. Berlusconi sa cosa sia il grano saraceno, non chiede funivie, sa bene quando ci sia stata la Seconda Guerra Mondiale, non scrive cazzate autocelebrative per una gita in Sudamerica. Ci va per il proprio piacere, non per sfottere la casalinga di Voghera, o di qualunque altro posto. Quando scrive, parla di politica, non di negri che ballano e di spremute di umanità. Berlusconi è europeista, non è razzista, su molte questioni ha opinioni sensate. Ed infatti Matteo Renzi governerà solo in alleanza con lui. Ma vi rendete conto? 23 anni fa Berlusconi fu il simbolo dell’incipiente fine della democrazia e della politica. Oggi, un quarto di secolo dopo, il meccanismo che lui ha innescato gli è talmente sfuggito di mano, da aver reso Berlusconi stesso un ricordo della Prima Repubblica, un sostenitore del proporzionale, uno da mettere in fila tra Saragat, Zaccagnini e Donat Cattin. Un dinosauro. Eppure, senza di lui, l’Italia sprofonderà nella barbarie nazista. Sicché io, che leggevo “Lotta Continua”, che sognavo l’immaginazione al potere, e poi mi innamorai dell’Altra Italia di Ugo La Malfa, domani voterò Berlusconi. Perché è più credibile e più a sinistra di Matteo Renzi. E perché nei tempi di ecatombi ricorrenti, le sue piccole marachelle mi fanno tenerezza, specie pensando a quanto gli siano costate, ed a quanto tempo noi vi abbiamo investito. Per ottenere il nulla. Questo vuol dire che Berlusconi offra il migliore progetto politico? No. Non ne ha nessuno, Offre solo di difenderci dalla follia Nazigrillista e di costringere, di tanto in tanto, Matteo Renzi ad ammettere la verità. Che quello la odia, la verità.

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