– La mattina del giorno dopo è come il risveglio dopo il fall-out nucleare. Aria densa di polvere, sole stanco, ocra nel cielo e nel cuore, adrenalina non ancora tramutata in grasso, paura strisciante e infigarda nei tuoi occhi. Fine delle marachelle, ho promesso. Guardo la valle
LEGGI L'ARTICOLO →– Da stamani anche Pippo Baudo è ospite dell’hotel. Vive e mangia separato dal resto degli ospiti, in compagnia di uno con la faccia da trafficone e di una giovane badante. Se penso a mio papà, Baudo i suoi 78 anni se li porta davvero male. Quasi
LEGGI L'ARTICOLO →– Ho visto il film breve sulla bontà che gira su Facebook da un po’ di tempo. Un ragazzo da via tutto ciò che ha per aiutare una vecchia signora, una bambina mendicante, un cane e via di seguito, e vede con gioia che le loro vite
LEGGI L'ARTICOLO →– Stamattina il Comandante Marko mi ha fatto una sorpresa: marijuana nel nasiluvio, proprio ciò che ci voleva dopo che ieri notte, salendo al quarto piano, ho trovato anche la prima porta chiusa a chiave sono stato costretto a tornare scornato a letto. Era necessario. I vecchietti
LEGGI L'ARTICOLO →I malmostosi pensionati che affollano le stanze ed i corridoi dell’albergo mi inducono ad una certa malinconia. Ah, i bei tempi delle gianduiotte, quando l’isteria garriva felice da ogni pennone, le emozioni malsane blandivano le mollezze dell’inferno, rabbia e furore ruscellavano a rivoli per le rampe di
LEGGI L'ARTICOLO →– Giornata di calma spettrale, tutti mi trattano con familiarità artefatta e sincera preoccupazione. Del processo di ieri sembra non essere rimasta alcuna traccia, la direzione terapeutica era gentile come al solito. Mi hanno ripetutamente chiesto il nome della mia amica che lavora per la spogliarellista, hanno
LEGGI L'ARTICOLO →– Questa roba dell’autogavettone non la si sopporta più. Dimostra solo che il pianeta è pieno di sciocchi che non vedono l’ora di ripetere a pappagallo qualcosa, che lo fanno fuori dal contesto, che desemantizzano qualsiasi atto. Qui ci vorrebbe il povero Jan Palach, che per gridare
LEGGI L'ARTICOLO →– Sala punture, ore sette e dieci. Ci sono i responsabili dell’istituto, vestiti non in camice bianco, ma in giacca scura. Accanto a loro altre persone che non conosco e che devono quindi far parte della proprietà. Nessun rappresentante delle terapeute o degli impiegati dell’hotel. Sprofondo in
LEGGI L'ARTICOLO →– Stamattina terapia a Guantanamo. Si tratta di una sala al primo piano, lontanissima dal centro terapico. Una stanzetta buia e triangolare, nascosta accanto al magazzino delle scope, in cui vengono mandati pazienti speciali – rompipalle come me, insomma. Lì opera un sottufficiale americano travestito da mamma
LEGGI L'ARTICOLO →– Anche il secondo gruppo di ospiti lascia la cura. Sono quindi capostecca. Sarò inflessibile: da domani, chi vuole entrare nella sala ristorante dovrà fare venti flessioni. Anche Verena se ne va. Stasera, al commiato, era formale e imbarazzata. Come i pazienti guariti dal cancro che lasciano
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